Il reddito di cittadinanza? «Il livello attuale del sussidio è elevato rispetto ai redditi mediani italiani e relativamente a strumenti simili negli altri paesi Ocse. La sua messa in opera dovrà essere monitorata attentamente per assicurare che i beneficiari siano accompagnati verso adeguate opportunità di lavoro».
La formazione permanente? Il sistema italiano non è attrezzato per le sfide future. Nel 2017 solo il 20,1% degli adulti in Italia ha partecipato a programmi di formazione professionale. Inoltre, solo il 60% delle imprese (con almeno 10 dipendenti) offre formazione continua ai propri dipendenti, contro una media europea Ocse del 75,2%. Vi è un grande divario (circa 38 punti percentuali) nell’accesso alla formazione professionale tra lavoratori ad alta e bassa qualifica, appena al di sotto della media Ocse (39,3 punti percentuali). Sono alcuni degli spunti che emergono dall’OECD Employment Outlook 2019, pubblicato oggi.
Nel complesso, l’immagine che viene fuori è quella di un’Italia con alta disoccupazione, un’incidenza record di sottoccupati, un aumento dei contratti atipici e dell’instabilità del lavoro, uno scivolamento verso salari bassi anche da parte di diplomati e laureati, con i giovani più penalizzati.
Più strumenti di sostegno al reddito per le persone a rischio povertà
«L’Italia – si legge nella relazione dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico – ha ampliato significativamente gli strumenti di sostegno al reddito per le persone a rischio povertà nel 2018 e nel 2019. Nel 2015, ha anche introdotto una serie di modifiche al sistema degli ammortizzatori sociali volte ad ampliare la platea dei beneficiari. Tuttavia – continua il testo – assicurare adeguati strumenti di protezione per i lavoratori autonomi rimane una sfida aperta».
Protezione bassa per autonomi e dipendenti con contributi intermittenti
L’Ocse mette in evidenza che i lavoratori autonomi e quelli dipendenti con periodi contributivi intermittenti hanno un accesso più difficile alla protezione sociale. Ad esempio, la probabilità di ricevere un sostegno al reddito è solo del 10% per un lavoratore autonomo senza attività che fa parte di un nucleo familiare a basso reddito composto da due adulti e senza figli e che aveva in precedenza un reddito mediano. Per un lavoratore dipendente con un contratto a tempo indeterminato nella stessa situazione socio-economica la probabilità è più del 50%.
Parziale per i contratti atipici
Secondo l’Ocse, molti di coloro che hanno contratti “atipici” (non a tempo indeterminato) spesso hanno protezioni solo parziali. Le tutele dei lavoratori atipici possono essere rafforzate estendendo alcuni diritti anche a chi sta nella zona grigia tra lavoro autonomo e lavoro dipendente, compresi molti lavoratori delle piattaforme digitali.
I cambiamenti tecnologici e le ripercussioni sull’occupazione
L’Ocse commenta anche la preoccupazione diffusa che i cambiamenti tecnologici e la globalizzazione possano distruggere molti posti di lavoro. In Italia, spiega, i posti di lavoro ad alto rischio di automazione sono appena al di sopra della media Ocse: il 15,2%. Un altro 35,5% potrebbe subire sostanziali cambiamenti nel modo in cui vengono svolti; questi posti di lavoro rimarranno ma con mansioni molto diverse da quelle attuali.
La quota di lavoratori sotto occupati è la più alta tra i paesi Ocse
La quota di lavoro temporaneo, si legge ancora nel report, è superiore alla media Ocse ed è cresciuta notevolmente nell’ultimo decennio. Inoltre, la quota di lavoratori sotto occupati è più che raddoppiata dal 2006, ed è ora la più alta tra i paesi Ocse.
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