Sulla carta il Governo nel 2020 ha scommesso forte su un recupero di gettito dalla lotta all’evasione ma non ha ancora nominato i nuovi direttori delle agenzie fiscali e i sindacati sono sul piede di guerra
di Marco Mobili e Giovanni Parente
Conte: “La lotta contro l’evasione e’ una battaglia per la giustizia sociale”
2′ di lettura
Sulla carta il Governo nel 2020 ha scommesso forte su un recupero di gettito dalla lotta all’evasione, dal contrasto alle frodi e dallo stop al contante. Nel decreto fiscale collegato alla manovra ha stimato 3,2 miliardi di maggiori incassi aggiuntivi ai 14-15 miliardi che annualmente i governi di turno dichiarano di recuperare. Ma il piano, seppur ambizioso, deve fare i conti con una macchina amministrativa ormai quasi al collasso. Trascorsi più di 100 giorni dalla fiducia incassata dal governo giallorosso è scattato lo spoil system senza che però l’Esecutivo abbia provveduto a nominare i nuovi direttori delle agenzie fiscali. Non solo. Già dal mese di maggio scorso sono decaduti i comitati di gestione delle Agenzie e non sono mai stati ricostituiti. All’assenza di governance si aggiunge ora lo stato di agitazione proclamato dalle cinque sigle sindacali (Fp Cgil, Cisl Fp, Uilpa, Confsal/Unsa e Flp) delle agenzie fiscali.
La lettera al ministro Gualtieri
Il grido di allarme lanciato dalle organizzazioni sindacali a inizio dicembre, secondo i rappresentanti dei dipendenti del Fisco sarebbero cadute nel vuoto. Lo stesso viceministro Antonio Misiani, si legge nella nota sindacale, «avrebbe disatteso sia l’incontro che i provvedimenti auspicati senza fornire alcuna spiegazione». Le cinque sigle sindacali denunciano «gravissime carenze di personale, con carichi di lavoro oramai non più sostenibili, deficit di risorse finanziarie da destinare al salario accessorio accompagnato da ritardi intollerabili nell’erogazione, significative difficoltà organizzative».
Le difficoltà senza governance
A preoccupare sono anche le grandi difficoltà nei rapporti convenzionali con il Mef e, come detto, il «deficit nell’operatività del comitato di gestione che da mesi è bloccato, l’assenza del direttore dell’agenzia». Tutte criticità su cui, denuncia i sindacati, «il Governo ha scelto di non intervenire».
A rischio gli obiettivi 2020
Una situazione ritenuta dai lavoratori del Fisco non più tollerabile e che si traduce in pesanti criticità operative. E qui un nuovo campanello di allarme per il ministro Gualtieri e lo stesso Governo: si tratta di criticità che, «oggettivamente, impediranno alla macchina fiscale il raggiungimento dell’obiettivo della lotta all’evasione ed elusione fiscale nonché i servizi ai cittadini». Visto il ruolo strategico che ricoprono strutture come le agenzie fiscali per il sistema paese, i sindacati tornano a chiedere «interventi qualificati, proclamando nel contempo lo stato di agitazione sia a difesa degli interessi della collettività sia a tutela dei colleghi rappresentati». Occorre ricordare che nelle ultime settimane il Colle ha lanciato un nuova indicazione al Governo, ossia «di affrontare e risolvere la questione dell’elevata mole di reddito sottratto al prelievo fiscale, vero elemento di disuguaglianza del Paese», ricordano in conclusione le organizzazioni sindacali della macchina fiscale.