È possibile anche una variante: l’innalzamento della soglia anagrafica della “quota” da 62 a 64 anni. C’è poi il vero perno del riassetto: sancire ufficialmente la cessazione di quota 100 nel 2021 al termine dei tre anni di sperimentazione. Un percorso che potrebbe essere ulteriormente abbreviato. Con lo stop anticipato di un anno, a fine 2020, lasciando comunque un varco non troppo stretto per l’uscita anticipata, in primis per i lavoratori coinvolti in crisi aziendali, soprattutto con il potenziamento dell’Ape sociale, che ora scade a fine 2019.
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Un’ipotesi, quest’ultima, che si è già affacciata nel corso dell’istruttoria tecnica sul programma e che, se il Governo Conte-2 nascerà davvero, sarà un passaggio ineludibile del confronto politico nelle prossime settimane, soprattutto perché gli spazi per muoversi all’interno del complicato quadro di finanza pubblica restano ristretti. Anche nel caso in cui da Bruxelles dovesse arrivare l’ok a una nuova, significativa tranche di flessibilità , resterebbero da trovare almeno 15 miliardi per la manovra “minima” da 30-35 miliardi . E per recuperare almeno una parte di queste risorse il nuovo governo potrebbe essere costretto a scegliere tra due sole alternative: l’aumento parziale e selettivo dell’Iva, considerato però impopolare e con la possibile ricaduta negativa di una frenata dei consumi, o il restyling con lo stop anticipato di quota 100, per il quale in ogni caso l’attuale sperimentazione non verrebbe prolungata oltre il triennio indicato dall’ultima legge di bilancio. E questa seconda via appare già quella più percorribile.
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Un intervento di questo tipo consentirebbe di risparmiare gli oltre 8,6 miliardi già stanziati per il 2021, che solo per una fetta verrebbero assorbiti dal prolungamento in versione rafforzata dall’Anticipo pensionistico con prestito bancario. Rimarrebbero disponibili almeno 6,5-7 miliardi, che si andrebbero ad aggiungere ai 2,5-3,5 miliardi di risparmi attesi per il prossimo anno a causa del tasso di adesione molto più basso di quello stimato inizialmente (domande inferiori di oltre il 30% rispetto alle previsioni). Ma la minor spesa 2020 potrebbe lievitare a 4,5-5 miliardi con la “manutenzione” in cantiere. In tutto la dote da recuperare da quota 100 potrebbe quindi arrivare a 12 miliardi in due anni, oltre un terzo dei quali utilizzabili già nel 2020.