Per il direttore generale di Confindustria Marcella Panucci, di fronte alle commissioni Bilancio di Camera e Senato, la manovra «rischia di non incidere in modo efficace sulla situazione di sostanziale stagnazione dell’economia»
di Andrea Gagliardi
Manovra in Senato: il calendario della sessione di Bilancio
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La manovra «sebbene contenga alcuni interventi positivi, è nel complesso insufficiente rispetto alle esigenze del Paese e rischia di non incidere in modo efficace sulla situazione di sostanziale stagnazione dell’economia. Non traccia un disegno di politica economica capace di invertire la tendenza negativa delle aspettative degli imprenditori e dei potenziali investitori, nazionali ed esteri. Anzi, in alcuni casi, produce un effetto opposto». Così il direttore generale di Confindustria Marcella Panucci di fronte alle commissioni Bilancio di Camera e Senato.
Panucci: manovra insufficiente e priva di visione politica economica
Secondo Panucci, «senza migliori aspettative è difficile immaginare un’accelerazione degli investimenti privati e, senza quest’ultima, qualsiasi ripresa sarebbe comunque effimera. Al di là di alcune importanti misure di sostegno alle imprese (Industria 4.0; incentivi ristrutturazioni ed efficienza energetica; credito d’imposta Sud) e della disattivazione delle clausole di salvaguardia, manca una visione di politica economica coerente con gli obiettivi auspicati dal mondo produttivo».
Con plastic tax +109 euro a famiglie
Non solo. L’impostazione della manovra, insieme al decreto fiscale, «conferma la tendenza ad alimentare un sistema d’imposizione che scoraggia gli investimenti perché accresce i costi delle imprese, riducendone i margini, e rischia di frenare i consumi, perché si trasferiranno sul prezzo dei beni, agendo in modo analogo a un aumento dell’Iva, che è ciò che si intendeva evitare». Emblematico il caso della plastic tax, che «non comporta benefici ambientali, penalizza i prodotti e non i comportamenti e rappresenta unicamente una leva per rastrellare risorse».
Pur dando atto al Governo di aver avviato un confronto con gli attori interessati, la plastic tax «danneggia pesantemente un intero settore produttivo, che è il secondo in Europa, con effetti negativi anche per chimica e comparti utilizzatori di imballaggi; rappresenta una sorta di doppia imposizione, perché le imprese già oggi pagano il contributo ambientale Conai per raccolta e riciclo di imballaggi in plastica; determina un aumento medio del 10% del prezzo di prodotti di larghissimo consumo, contribuendo a indebolire la domanda interna e con un impatto sulla spesa delle famiglie stimabile in 109 euro annui». Valutazioni non dissimili Panucci ha espresso sulla sugar tax, che potrebbe produrre una riduzione del 10-15% dei fatturati delle imprese del settore, in assenza di evidenze circa i benefici per la salute.
«Tassazione auto è stangata per 2mln lavoratori»
L’innalzamento della tassazione sulle auto aziendali rappresenta una vera e propria stangata per circa 2 milioni di lavoratori, oltre a incidere su un settore economico, quello dell’automotive, già penalizzato su altri fronti. Di fatto si tassa un bene che è già tassato e lo si fa intervenendo sulla busta paga dei dipendenti e sugli oneri contributivi dei datori di lavoro. Si tratta di una «contraddizione» rispetto al «condivisibile» taglio del cuneo
per i lavoratori.