Dal festival Pistoia Blues alla tutela della comunità italiana in Venezuela la pioggia d’interventi settoriali è sotto la lente del Mef che sta verificando le coperture del «restyling»
di Marco Mobili e Marco Rogari
Bonus casa, tre novità dalla manovra
3′ di lettura
Dai 100mila euro per i permessi di soggiorno a carattere umanitario ai 50mila euro per la tutela della comunità italiana in Venezuela e ai 2 milioni per i comuni montani. È un serpentone lungo quello della cinquantina (e oltre) di mini-ritocchi che si è incuneato nella manovra nel corso del lungo e sofferto passaggio in commissione Bilancio al Senato. E che ha fatto da apripista al restyling del Ddl di bilancio tra la musica del Pistoia blues festival, al quale nel 2020 sono stati destinati 250mila euro (altrettanti l’anno successivo), e l’allegria colorata dei carnevali storici «coccolati» con una dote di 1 milione (l’anno nel triennio).
Un conto da 50 milioni
Di contributo in contributo e di mini-finanziamento in finanziamento il conto delle micro-norme, considerando anche quelle in chiave welfare o di tutela della salute, sarebbe arrivato vicino ai 50 milioni, almeno secondo le prime stime ufficiose in attesa della relazione tecnica del maxi-emendamento del Governo. Che sarà votato lunedì con la «fiducia» dall’Aula di Palazzo Madama.
L’incognita coperture
Un serpentone non del tutto rassicurante, quanto meno per la solidità delle coperture delle singole micro-misure, sulle quali, come ogni anno, si è posata la lente della Ragioneria dello Stato prima di pronunciare (lunedì) il verdetto finale. Anche, a dire il vero, l’attenzione dei tecnici del Mef è stata catturata soprattutto da emendamenti più «pesanti», come quelle sui prepensionamenti di giornalisti e poligrafici e sul coinvolgimento di nuovi medici all’Inps per i controlli sulle invalidità. A essere monitorate in queste ore dalla Rgs sarebbero risorse impegnate per le modifiche della manovra per 600-700 milioni. Anche se, alla fine, la quadratura del cerchio sarà come sempre trovata, magari con qualche accorgimento.
Il nodo dei correttivi «ordinamentali»
L’arrivo del maxi-emendamento segnerà anche il destino di alcuni correttivi «ordinamentali», non compatibili quindi con la sessione di bilancio, su sui quali gli esperti del Governo, ma anche quelli del Senato, stanno effettuando le necessarie verifiche. Correttivi che potrebbero finire nel mirino della Consulta, anche alla luce della recente sentenza del 4 dicembre (n. 247) che ha bocciato una norma per estraneità di materia inserita nel Dl dello scorso anno sulla pace fiscale. Estraneità che, secondo l’ultima riforma del bilancio del 2016, nel caso della manovra si potrebbe manifestare proprio con le norme ordinamentali e con quelle micro-settoriali.
Il refuso sulla Tobin Tax
Tra i ritocchi ordinamentali che i tecnici stanno monitorando ci sarebbe anche lo stop delle indennità dei dirigenti della Pa per la mancata pubblicazione dei dati prevista dalle regole sulla trasparenza. Il correttivo, messo a punto dal presidente della commissione Antimafia, Nicola Morra (M5S), ha l’obiettivo di porre un argine alle infiltrazioni mafiose. «Qualcuno sta provando a bloccare questo emendamento già approvato in Commissione Bilancio, probabilmente la lobby dei funzionari pubblici. Non si tocchi il mio emendamento, altrimenti ci saranno gravi conseguenze politiche», ha detto Morra. Nella partita sui ritocchi ordinamentali rientra anche l’emendamento sulla Tobin tax sul trading che, per un refuso, è stato approvato con un prelievo dello 0,4% anziché del previsto 0,04 per cento. Al momento il refuso è stato corretto nell’operazione di drafting, ma sul suo destino continua ad aleggiare lo spettro dello stralcio.