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Manovra verso l’azzeramento della sugar tax sui succhi di frutta

IL RESTYLING DEL DDL BILANCIO

Il Senato sta apportando le prime correzioni al disegno di legge di bilancio, che comprenderanno anche quelle su web e plastic tax. Ma già si sta pensando alle soluzione dei nodi che rimarranno in sospeso per il passaggio del testo alla Camera. Tra questi una riduzione del prelievo sul bevande analcoliche con l’esclusione del settore agroalimentare. A montecitorio dovrebbero arrivare anche i ritocchi per il pacchetto “Industria 4.0”

di Marco Mobili e Marco Rogari

1 dicembre 2019


Manovra: arriva la sugar tax, la tassa sulle bibite super zuccherate

2′ di lettura

È ancora lontano il count down finale per la chiusura del cantiere al Senato sul restyling della manovra. Ma già si guarda al secondo passaggio alla Camera per trovare una soluzione ai nodi destinati a rimanere in sospeso. Come quello della rivisitazione della sugar tax. Con il Pd che appare intenzionato a intensificare il suo pressing per azzerare, o quanto meno ridurre, l’impatto della tassa su una parte della filiera del settore agroalimentare.

E, di conseguenza, bloccare così o rendere più dolce il prelievo sui succhi di frutta italiani. Ma anche su altri temi strategici la partita sarà giocata nel secondo tempo parlamentare a Montecitorio. È il caso del rafforzamento del pacchetto “Industria 4.0” e degli attesi ritocchi al capitolo enti locali. Che solo per una fetta saranno introdotti a Palazzo Madama. Anche per il piano Taranto (infrastrutture) l’appuntamento con il correttivo potrebbe essere fissato alla Camera.

Tassa sulle bibite: in ballo 233 milioni di gettito nel 2020
Nell’attuale versione prevista dal disegno di legge di Bilancio, la sugar tax garantisce 233 milioni di gettito nel 2020 e altri 261 nel 2021 e 256 milioni nel 2022. Una rivisitazione, anche parziale, renderà necessaria quindi l’individuazione di corrispondenti coperture. Ma con il trascorrere delle ore la maggioranza sembra sempre più propensa a ritoccare la tassa. Il settore, infatti, lamenta che la manovra così com’è congegnata tra plastica e zucchero produce di fatto un doppio prelievo su chi oggi è sul mercato con prodotti analcolici imbottigliati in confezioni di plastica monouso. E sono la maggioranza. Difficile non ipotizzare una ricaduta del maggior carico fiscale sul prezzo finale pagato dai consumatori.

A protestare non sono solo i produttori di bevande analcoliche, ma anche al settore agroalimentare italiano il nuovo balzello fa paura. Soprattutto in alcune Regioni, come ad esempio l’Emilia Romagna. Anche per questo motivo la maggioranza, Pd in testa, sta valutando un correttivo, da proporre nel passaggio alla Camera, per salvaguardare il più possibile il settore con l’idea di escludere dalla tassazione le bevande a base di frutta.

Prima la revisione di web e plastic tax
Le modifiche saranno invece immediate su punti nevralgici della manovra: plastic e web tax. Nel primo caso la maggioranza dovrà trovare un compromesso tra la proposta del ministero dell’Economia, che punta ad alleggerire di oltre il 70% l’impatto della tassa sulla plastica (anche grazie al dimezzamento del prelievo da 1 euro a 50 centesimi al chilo), e la richiesta pressante di azzeramento della misura di Italia Viva. Per la digital tax si conferma il prelievo del 3% sul marketplace ma con l’idea di salvare le piccole e medie imprese italiane che operano sul web. La strada sarebbe quella di concentrare la tassazione solo sui ricavi digitali e non sull’intero fatturato. Il limite dei 750 milioni di ricavi, inoltre, sarebbe riferito soltanto alle attività svolte in Italia. E questo si tradurrebbe in una digital tax “riservata” di fatto a Google, Facebook e Amazon.

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