ROMA – Il mercato automobilistico italiano resta in territorio negativo. In luglio, secondo il Mims, sono state immatricolate 110.292 autovetture con un calo sul livello ante-crisi del 2019 del 28,1%, mentre il consuntivo gennaio-luglio mette in evidenza una contrazione sul livello ante-crisi del 2019 del 19,5%. Un dato, quello di luglio, che appare particolarmente negativo sia per la fine dell’effetto degli incentivi (erano prenotabili fino all’8 aprile) sia per l’attesa dei nuovi incentivi appena entrati in vigore. Si registra così il livello più basso dell’anno, in calo per la prima volta non solo nei confronti dello stesso mese del 2019 ma anche di luglio 2020, l’anno della pandemia. La diminuzione rispetto alle 136.768 immatricolazioni di luglio 2020, che ancora non beneficiava nemmeno degli incentivi della Legge Rilancio, è del 19,4%, mentre sulle 153.331 unità di luglio 2019 il calo è del 28,1%. Nei primi sette mesi dell’anno la perdita rispetto al 2019 sale a circa 250.000 unità (-19,5% con 1.236.481 immatricolazioni), facendo prevedere una chiusura dell’interno anno con oltre 300.000 auto perse, che si sommano alle 500.000 vetture in meno immatricolate nel 2020 e portano la perdita complessiva rispetto al periodo pre-Covid a una voragine di oltre 800.000 unità.
Vanno male tutti i grandi marchi senza grosse distinzioni. Stellantis ha immatricolato in Italia a luglio 39.779 auto, il 20,3% in meno dello stesso mese del 2020. Da inizio anno le immatricolazioni del gruppo sono 390.897, in crescita del 39,4% sull’analogo periodo dell’anno scorso. Ma l’arrivo di nuovi stimoli potrebbe evitare il crollo della domanda di autovetture che aveva cominciato a manifestarsi proprio in luglio e che in mancanza di interventi poteva essere drammatico nell’ultima parte dell’anno. Con gli incentivi in vigore, secondo le stime del Centro Studi Promotor, il mercato italiano dell’auto potrebbe chiudere il 2021 sostanzialmente in linea con il risultato del primo semestre e quindi a quota 1.566.000 immatricolazioni per l’intero anno con un calo sul 2019 del 18,3%. Sono numeri evidentemente in contrasto con l’andamento del prodotto interno lordo che, secondo le previsioni dell’Istat, nell’intero 2021 accuserà una contrazione sul dato del 2019 del 4,6%. Gli incentivi proposti dal Parlamento e approvati dal governo hanno contenuto l’effetto negativo sulle vendite di autovetture, ma resta dunque un forte divario tra il recupero dell’economia in generale, che procede in maniera accelerata, e quello del settore dell’auto che permane ancora in gravissime difficoltà nonostante, appunto, gli incentivi.
In riferimento al mercato per segmenti, nel mese di luglio, le autovetture utilitarie e superutilitarie rappresentano il 36% del mercato, in calo del 13,6%, mentre nei primi sette mesi di quest’anno la loro quota è del 39,4% (+46,2%). Il modello più venduto è sempre Fiat Panda, con Fiat 500 e Lancia Ypsilon che occupano seconda e terza posizione. Le auto dei segmenti medi hanno una quota di mercato del 10% a luglio (-42%) e del 10,8% nei primi sette mesi del 2021 (+14,1%), con Fiat Tipo al primo posto da inizio anno. I SUV hanno una quota di mercato pari al 48,5% nel mese di luglio, in calo del 14,8%, e rappresentano il 45,7% del mercato nel cumulato, che cresce del 44,3%. Nel dettaglio, i SUV piccoli rappresentano il 23,1% del mercato del mese (Fiat 500X il modello più venduto, con Jeep Renegade al terzo posto e Peugeot 2008 al sesto) e si riducono del 12,5% rispetto a luglio 2020, mentre crescono del 51% nel cumulato. I SUV compatti rappresentano il 19,2% (al primo posto Jeep Compass e al terzo posto Peugeot 3008), in calo del 15,2% nel mese e in crescita del 42,1% nei primi sette mesi del 2021. I SUV medi, con una quota del 5%, si riducono del 18,7% nel mese e aumentano del 29% nel cumulato, mentre le vendite di SUV grandi sono l’1,3% del totale (-29% nel mese e +26,8% nei primi sette mesi del 2021). Il 31,3% delle vendite di SUV riguardano autovetture del Gruppo Stellantis. I monovolumi rappresentano il 2% sia del mercato di luglio che delle vendite dei primi sette mesi e risultano in calo sia nel mese (-55,6%), che nel cumulato (-25,8%). Infine, le auto sportive, superiori e di lusso hanno una quota dell’1,2% nel mese e dell’1% nel cumulato.
Anche il mercato dell’usato a luglio chiude in flessione del 17,4% sul 2019 con 313.150 passaggi di proprietà al lordo delle minivolture. I primi 7 mesi archiviano un calo del 18,4% rispetto al 2019 con 2.084.985 passaggi complessivi.
“Il rinnovo degli incentivi – afferma il Presidente dell’UNRAE Michele Crisci – era un provvedimento atteso, ma l’entità delle risorse risulta chiaramente inadeguata per sostenere, almeno fino a fine anno, la sostituzione del maggior numero possibile di auto inquinanti con vetture Euro 6. E’ quello che ripetutamente abbiamo chiesto come UNRAE e che è stato recepito da molti parlamentari di tutti gli schieramenti. Il provvedimento approvato, per come è formulato, fa invece prevedere un rapido esaurimento dei fondi e, dunque, il rischio concreto che già a settembre ci sarà un nuovo stop del mercato”.
“Il risultato negativo di luglio, oltre ad essere rappresentativo di un mese in cui ancora si attendeva il rifinanziamento degli incentivi della fascia 61-135 g/km di CO2, deriva anche dal confronto con un luglio 2020 che, pur avendo chiuso a -11%, dava i primi segni di recupero rispetto alle pesantissime flessioni dei mesi precedenti – afferma Paolo Scudieri, Presidente di ANFIA – a questo si aggiunge il fatto che siamo nella stagione estiva, caratterizzata da volumi tradizionalmente bassi. Per i prossimi mesi, contiamo sulla spinta degli incentivi da poco rifinanziati”.
Fonte www.repubblica.it