Il 2021 è stato senza ombra di dubbio l’anno dell’outdoor. Complice l’emergenza sanitaria, che ha fatto
apprezzare a una platea sempre più ampia il piacere dell’attività fisica en plein air, l’industria degli
sport all’aria aperta ha vissuto il suo momento d’oro. I dati recentemente diffusi da EOG
(European Outdoor Group) in merito al sell-in in Europa nel 2021 fotografano un incremento
complessivo del 18,7% sul 2020 – +27% solo in Italia – e del 7,5% sull’era pre-covid con 986
milioni di prodotti in più immessi sul mercato (soprattutto abbigliamento e calzature, +16%,
nonostante l’aumento del prezzo medio di vendita dovuto ai blocchi e ai disagi nella supply chain). Un
trend che oggi sembra essersi stabilizzato (+17,4% il sell-out registrato nei primi mesi del 2022) pur
continuando a correre, come confermato anche dalle ultime stime POS Panel di NPD e dal successo
dell’ottava edizione degli ORBDays (Outdoor & Running Business Days), luogo di incontro
privilegiato per i principali keyplayers del settore, che si è appena conclusa a Riva del Garda.
«Tanti sono i brand che hanno sfruttato il boom dell’outdoor e che, nonostante i rincari, stanno
continuando a crescere anche nel 2022 – ha dichiarato Antonio Vignigni, Account Manager, Sport
Tracking Europe per NPD Group – Il consumatore italiano si è rivolto a prodotti più tecnici rispetto al
passato, contribuendo così all’incremento del prezzo medio per la categoria, senza tuttavia che questo
inficiasse troppo le vendite. In particolare, tra i principali paesi europei, l’Italia è il più dinamico per
quanto riguarda la calzatura outdoor. I dati POS Panel di NPD restituiscono infatti l’immagine di un
mercato italiano della calzatura sportiva in forte crescita nel 2021, in doppia cifra sia rispetto al 2020
(+22%), che raffrontato al periodo pre-covid (+18% vs 2019)»
Tra i prodotti più venduti, oltre ad abbigliamento tecnico e calzature appunto, recupera terreno anche
l’accessoristica da viaggio, fortemente penalizzata durante il lungo periodo di emergenza sanitaria. La
montagna continua ad attrarre insomma, anche se in maniera più misurata rispetto ai 12 mesi precedenti.
La leggera flessione che sta interessando il comparto, effetto del ritorno alla normalità, restituisce
all’Italia la sua tradizionale “stagionalità”, con il mercato outdoor concentrato soprattutto nei mesi
estivi, laddove anche l’atteggiamento del consumatore ha subito una decisa inversione di rotta, non più
animato da euforia e leggerezza, bensì orientato a scelte più consapevoli e oculate.
Il commento di Günther Acherer presidente dell’Italian Outdoor Group di Assosport, che riunisce
circa quaranta aziende italiane del settore per un giro d’affari aggregato che nel 2019 ha superato
il miliardo e mezzo di euro: «Di fatto il 2022 è partito in sordina, assestandosi su percentuali più
contenute e questo ha consentito paradossalmente di tamponare almeno in parte i disagi provocati dai
ritardi negli approvvigionamenti. C’è stato un leggero calo di richieste rispetto al 2021, dovuto al fatto
che stanno riprendendo quota tutte quelle attività che durante la pandemia erano interdette o comunque
limitate. Complessivamente possiamo parlare di un mercato outdoor in salita, ma si tratta di una salita
più cauta. L’isteria collettiva cui abbiamo assistito nel 2021 è un capitolo archiviato ed era anche
prevedibile e auspicabile che accadesse; il mercato negli ultimi mesi era drogato dal punto di vista dei consumi. Passata la tempesta, oggi il consumatore, anche per effetto della situazione economica in
corso, ha adottato un approccio prudenziale, più orientato a una spesa mirata e selettiva».
«L’industria dell’outdoor rappresenta indiscutibilmente un fiore all’occhiello nel novero delle
produzioni italiane – ha aggiunto Anna Ferrino, Presidente di Assosport e AD di Ferrino Spa, ad
oggi uno dei brand leader nel comparto outdoor – è una filiera strategica e un perno imprescindibile
per l’economia del nostro paese: le percentuali relative all’export, del resto, superano il +50% con
picchi del 70% se parliamo di calzatura sportiva, che dunque si conferma l’asset trainante per il
settore».
Voglia di rigenerarsi a contatto con la natura e una maggiore attenzione alla sostenibilità hanno
fortemente contribuito a determinare il boom del settore, in ascesa già da alcuni anni e definitivamente
sdoganato con l’avvento della pandemia. Tanti sono stati i nuovi seguaci (si parla di un +30% circa) che
solo lo scorso anno si sono avvicinati a discipline come il trekking, l’arrampicata, l’escursionismo o
le passeggiate in altura. Del resto i valori che animano il mondo outdoor – abnegazione, sensibilità e
rispetto per le persone e per l’ambiente – sono gli stessi che stanno prendendo sempre più piede
sull’onda dell’auspicata transizione ecologia. I brand dello sport system e i marchi dell’outdoor in
particolare, sono dunque latori di un messaggio volto a sensibilizzare il grande pubblico
sull’importanza di scegliere prodotti sostenibili nell’ottica di combattere gli sprechi e contrastare le
insidie legate ai cambiamenti climatici, mai come in questi giorni sotto gli occhi di tutti.
«I recenti avvenimenti sono un monito e al contempo un invito a dare tutti il nostro contributo,
investendo risorse sempre maggiori per ridurre in modo ancora più concreto e dimostrabile il nostro
impatto ambientale – dichiara Giulia Delladio, Consigliere di Assosport e Corporate Marketing
Director presso La Sportiva Spa, che a Riva del Garda ha presentato le novità prodotto 2023 tra cui la
calzatura da mountaing running Jackal II Boa in partnership con l’atleta Jonathan Wyatt e lo scarpone
da alpinismo Aequilibrium Speed – Come imprese outdoor abbiamo il dovere di responsabilizzare il
consumatore, perché creando prodotti per la montagna non possiamo contribuire a distruggerla. In
azienda stiamo aumentando il volume di pannelli solari e abbiamo avviato un progetto di
collaborazione con una segheria del territorio in modo da produrre energia bruciando gli scarti del
legname. Incrementeremo la gamma di prodotti sostenibili in catalogo, dove per sostenibili non
intendiamo solo ricavati da materiali riciclati, ma anche e soprattutto prodotti destinati a durare nel
tempo. Sostenibilità e cambiamenti climatici, del resto, sono temi drammaticamente attuali, ma non tutti
li percepiscono allo stesso modo. I paesi nordici, ad esempio, sono particolarmente sensibili
all’argomento, mentre altri mercati, tra cui quello italiano, appaiono più lenti nel recepire certi
messaggi, sebbene a poco a poco le cose stiano cambiando anche in queste piazze storicamente più
statiche. Speriamo soltanto che i rincari cui stiamo assistendo non vadano a pesare eccessivamente sul
futuro del settore. Purtroppo fare previsioni oggi è pressoché impossibile».
Il Gruppo IOG di Assosport era presente a Riva del Garda con la “Piazza IOG”, uno spazio di confronto
riservato a imprese e buyers, per consolidare il network di relazioni B2B e valorizzare al massimo
l’eccellenza dell’outdoor Made in Italy. Con una novità rispetto al passato: l’incoming di operatori
esteri – promosso grazie alla pluriennale collaborazione tra Assosport e Agenzia Ice – invitati a
conoscere gli espositori per condividere esperienze e competenze e, al termine della fiera, accompagnati
in un tour guidato tra le aziende afferenti al celebre distretto della calzatura sportiva di Montebelluna (Tv), in particolare il Calzaturificio Scarpa Spa di Asolo e lo stabilimento di Tecnica Group (Tecnica, Nordica, Lowa, Rollerblade, Blizzard, Moon Boot) di Giavera del Montello.