Il leader M5s chiede tempo per modificare la bozza di accordo, strappando all’Ecofin del 4 dicembre un rinvio in primavera della ratifica da parte del Consiglio europeo, fissata al momento al 13 dicembre.
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Di Maio torna a chiedere un ripensamento sulla riforma del Mes, il fondo salva-Stati europeo, in vista del vertice di maggioranza di domenica pomeriggio dedicato a questo tema che si annuncia molto teso. «L’Italia – ha detto il ministro degli Esteri – non può pensare di firmare al buio. È bene che ci sia una riflessione». Di Maio chiede il tempo di modificare la bozza di accordo, strappando all’Ecofin del 4 dicembre un rinvio in primavera della ratifica da parte del Consiglio europeo, fissata al momento al 13 dicembre.
Di Maio: per l’Italia è sano non accelerare
Il Mes, ha aggiunto, «come tanti altri trattati, ha bisogno di tanti miglioramenti. È solo una parte: c’è l’Unione bancaria, c’è l’assicurazione sui depositi. Quando avremo letto tutto, potremo verificare se il pacchetto convenga all’Italia oppure no. Secondo me, è sano per l’Italia non accelerare in maniera incauta ma difendere i propri interessi, aspettando la fine dei negoziati anche su tutti gli altri aspetti di questo pacchetto».
«Italia sia protagonista dei negoziati»
«Così com’è scritta, l’Unione bancaria mi preoccupa ancor più del Mes – ha detto a Matera il Ministro degli Esteri – L’assicurazione sui depositi va messa a posto: quindi – ha aggiunto il capo politico M5S – ci sono dei negoziati in corso ed è bene che questi negoziati proseguano con il protagonismo dell’Italia che sicuramente negli ultimi mesi ha avuto difficoltà perché c’è stato un cambio di Governo».
Franceschini: dopo parole Di Maio aspettiamo fatti
In mezzo al guado ci sono il ministro dell’Economia, che dovrà portare mercoledì a Bruxelles la posizione dell’Italia e confrontarsi con i colleghi europei tutti favorevoli alla chiusura dell’intesa, e lo stesso Conte. Stretto tra l’incudine di una maggioranza divisa (Pd e Italia Viva sono per viaggiare spediti, M5S e Leu sono allineati nella richiesta di un rinvio) e il martello dell’opposizione senza sconti di Matteo Salvini. «Sul Mes in queste ore ci giochiamo la credibilità del Paese, l’andamento dello spread e dei mercati. Non si può giocare con il fuoco. Prendo per buone le parole di Di Maio di questa mattina e da qui a lunedì vedremo se alle intenzioni seguiranno i fatti e i comportamenti, perché ci sono anche i comportamenti in politica» è stata la presa di posizione del ministro per i Beni culturali, Dario Franceschini, all’assemblea dell’area del Pd di Base Riformista.
Calenda: indegno scaricabarile di Di Maio e Salvini
All’attacco l’ex ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda: «Dov’era Di Maio? Quando il Mes è stato negoziato lui era al governo, era il vicepresidente del Consiglio. Questo modo di fare politica è un modo indegno di un grande Paese. Si sollevano dubbi nel momento in cui si negozia e non dopo, come stanno facendo Salvini e Di Maio che erano vicepremier quando si è fatto il negoziato»