Il lavoro per arrivare a una risoluzione unitaria, su cui mercoledì saranno chiamati a pronunciarsi prima il Senato e poi la Camera , procede e dai vertici che si sono tenuti martedì arriva comunque una prima fumata bianca
di Andrea Gagiardi
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«A gennaio, come abbiamo letto dalla lettera di Centeno, si faranno alcuni approfondimenti su alcune criticità del Mes. Ovviamente noi vogliamo creare nella risoluzione di domani tutte le tutele per cui il Parlamento nelle prossime settimane debba essere ulteriormente consultato in modo tale da dare una linea chiara al prossimo Eurogruppo e al prossimo Eurosummit». Così il leader politico di M5S, Luigi Di Maio, al termine della riunione con i senatori del gruppo che, afferma rispondendo alle domande «ho trovati molto compatti. Si sta lavorando al meglio quindi si va avanti così». Fino al voto che mercoledì seguirà le comunicazioni del premier Giuseppe Conte sul Consiglio Ue, tuttavia, le fibrillazioni non mancheranno.
Al lavoro su una risoluzione di maggioranza
Il lavoro per arrivare a una risoluzione unitaria, su cui mercoledì saranno chiamati a pronunciarsi prima il Senato e poi la Camera , procede e dai vertici che si sono tenuti ieri e ai quali hanno partecipato anche il ministro per gli Affari europei, il dem Enzo Amendola, e la sottosegretaria M5s Laura Agea , arriva comunque una prima fumata bianca. Anzitutto, viene messa definitivamente da parte l’ipotesi di un «no» al Fondo-salva stati, che invece continua ad essere la posizione della Lega , di Fdi (ieri Giorgia Meloni era in piazza a Bruxelles a manifestare contro il Mes) ma anche degli oltranzisti M5S.
Il governo contro qualsiasi «ristrutturazione del debito»
Allo stesso tempo però nella bozza circolata il 9 dicembre si impegna il governo a negare qualsiasi tipo di ristrutturazione automatica del debito e ad escludere, in merito all’Unione bancaria, «interventi di carattere restrittivo sulla dotazione di titoli sovrani da parte di banche e comunque la ponderazione dei titoli di stato».
Gualtieri: nessun tetto per titoli di Stato
Nessuna apertura ad un tetto per i titoli di Stato. E’ quanto ribadisce il Mef in una nota. Il ministro dell’Economia e delle Finanze, Roberto Gualtieri, si legge, «si è chiaramente espresso contro una modifica del trattamento prudenziale dei titoli di Stato, che come è noto attualmente non contempla la ponderazione al rischio né limiti di concentrazione nel patrimonio degli intermediari finanziari, rilevando che eventuali modifiche in tal senso renderebbero l’Europa l’unica giurisdizione al mondo priva di un asset liquido a rischio zero».
Il nodo dei numeri
Ma il nodo è sempre nei numeri. I gruppi M5S, a partire da quello a Palazzo Madama, restano segnati dalla tensione. “E’ una risoluzione ridicola”, avverte Gianluigi Paragone. Il punto è che nei gruppi M5S c’è chi, in ossequio all’ortodossia movimentista, è contrario al Mes da sempre e
chi, invece, è tentato dal “no” alla risoluzione per dire “no” al governo. E le sirene della Lega continuano a suonare. Il testo va approvato a maggioranza semplice, difficile che non passi. Ma se l’ok al Senato arrivasse ben sotto la soglia della maggioranza assoluta (161 senatori) per il governo sarebbe pur sempre un colpo.