Il ministro dell’Economia è intervenuto in audizione alle commissioni riunite Finanze e Politiche Ue a Palazzo Madama: «Governance attuale è del 2012, riforma cambia molto poco». A Montecitorio il presidente Fico costretto a sospendere la seduta per le intemperanze di Lega irritate per le rassicurazioni del titolare del Mef
Mes, cosa cambia con la riforma “Salva-Stati”
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Le preoccupazioni sul Meccanismo europeo di stabilità, che «adesso in alcuni settori sembra suscitare grande interesse», sono «del tutto infondate e basate su informazioni non precise e non corrette». Lo ha detto il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri durante un’audizione alle commissioni riunite Finanze e Politiche Ue a Palazzo Madama. Il “backstop”, ossia la disponibilità del Mes a essere utilizzato dal fondo per le risoluzioni bancarie, «raddoppia» i fondi disponibili per salvare le banche: si tratta dunque «di un successo per l’Italia».
Lo scontro in Aula alla Camera
Invece di gettare acqua sul fuoco delle polemiche legate al Mes le rassicurazioni di Gualtieri hanno fatto infuriare le opposizioni,che alla Camera hanno chiesto al premier Conte di riferire con urgenza in Aula. Lo scontro si è infiammato quando dai banchi del Pd Piero De Luca ha ricordato che le trattative sul trattato si sono svolte quando la Lega era al governo. I deputati leghisti sono quindi insorti, protestando al grido di «Venduti, venduti» e il diverbio si è esteso anche ai banchi del centrodestra quando hanno visto un deputato di FI fare un video. Roberto Fico ha quindi sospeso i lavori d’Aula. «Conte riferisca o lo porteremo in tribunale», è l’avvertimento lanciato dal presidente della commissione Bilancio, il leghista Claudio Borghi. «Abbiamo chiesto che Conte venga a riferire per capire se ha firmato col sangue degli italiani accordi che servono a Francia e Germania», ha detto il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni.
Il 10 dicembre le comunicazioni del premier
La conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama ha fissato per il 10 dicembre le comunicazioni del premier Conte sulla vicenda della riforma del Mes in vista del Consiglio europeo in programma tre giorni dopo. Le opposizioni, che considerano questi tempi troppo lunghi, avevano chiesto di anticipare le comunicazioni del presidente del Consiglio alla prossima settimana.
Verso firma a febbraio 2020 ma negoziato è chiuso
Nell’audizione il ministro ha delineato le prossime tappe, sottolineando al contempo che la trattativa è chiusa: «la firma – ha detto – arriverà a febbraio, probabilmente le ratifiche successivamente, quindi la pausa per riflettere già c’è, quindi Conte è stato assolutamente corretto perché a giugno non c’è stata una determinazione definitiva, finché non è apposta una firma non sarà definitiva, Conte ha detto la verità, il testo è concordato e se chiedete se è possibile riaprire il negoziato vi dico che secondo me no, il testo del Trattato è chiuso, c’è un lavoro su aspetti esterni e la richiesta su una questione aggiuntiva che possiamo valutare e integrare, ma non c’è negoziato sul testo e tutti gli altri paesi considerano la questione chiusa».
«Falso che s’introduce ristrutturazione automatica debito»
«Il dibattito – ha ricordato il ministro – era: “lo teniamo come adesso, dove la ristrutturazione del debito è richiesta in casi eccezionali e va gestita con grande attenzione, o deve diventare condizione automatica?”. Ha vinto la posizione numero uno, cioè è rimasto come prima, quindi chi dice o scrive che con la riforma si introduce la ristrutturazione del debito automatica dice una cosa falsa». Gualtieri ha fatto notare che «nel testo del Senato, per un errore, è rimasta la dicitura di prima».