MILANO – “E’ più facile spostare il Duomo che portare Messi all’Inter”. Parola di mister Antonio Conte, che all’ipotesi di un approdo del campione sulla sponda nerazzurra, qualche settimana fa, aveva sembrato crederci ben poco. Ora che perà il campione argentino ha scelto la via del divorzio dal club blaugrana, se riuscisse a vincere il braccio di ferro con la società per liberarsi gratuitamente come chiede, la sostenibilità dell’intera operazione per i club europei cambierebbe notevolmente. Resterebbe solo – si fa per dire – il nodo dell’ingaggio stellare della Pulce. E almeno su questo, per rispondere al ricco portafoglio di Psg e Manchster City, proprietà qatariota per i primi ed emiratina per i secondi, le squadre italiane possono giocarsi la carta del Fisco.
Due le principali agevoleioni che potrebbero contribuire ad alleggerire enormemente il peso di un’operazione altrimenti inavvicinabile per qualsisasi squadra italiana. La prima è stata introdotta dalla Legge di Bilancio 2017 e prevede il pagamento di un forfait da 100 mila euro su tutti i redditi prodotti all’estero per i “paperoni” che portano la residenza in Italia. Una maxi forfait che ovviamente non si applicherebbe sullo stipendio versato dall’Inter, perché reddito prodotto in Italia, ma sui ricchi profiti realizzati fuori, dai diritti di immagine in giù. Un perimetro, quello di applicazione dell’imposta forfettaria, che presenta comunque dei margini di incertezza ma la legge italiana prevede comunque di potere concordare preventivamente con l’Agenzia delle Entrate il tipo di attività che potrebbero accedere alla tassazione agevolata.
La seconda, introdotta circa un anno dopo, dimezza l’imponibile per i cittadini stranieri che spostano la residenza in Italia per almeno due anni. Di fatto si tratta di uno sconto fiscale considerevole.Per assicurare ad esempio una cifra netta di 40 milioni di euro netti all’anno, l’Inter anziché spendere quasi 80 milioni di euro, ne potrebbe investire meno di 60, dal momento che l’aliquota massima si applicherebbe soltanto sulla metà del reddito percepito dal campione.
Resta comunque il fatto che i due regimi sono alternativi e non sovrapponibili. Il primo a tutto vantaggio della stella argentina, che però potrebbe contestualmente ridurre le proprie pretese sul fronte degli ingaggi visto il trattamento vantaggioso sull’altra sponda, il secondo più favorevole per la società italiana, visto che potrebbe garantire uno stipendio da capogiro risparmiando notevolmente sul proprio esborso. Sempre ammesso che le sirene francesi e inglesi, con il loro massiccio carico di denaro, non si rivelino alla fine più seducenti.
Fonte www.repubblica.it