(ANSA) – GENOVA, 01 MAR – L’Italia si conferma anche nel 2021
leader a livello mondiale nel mercato dei superyacht, quelli
sopra ai 24 metri. Con 407 yacht in costruzione su un totale
globale di 821 l’industria italiana porta a casa il maggior
numero di ordini registrato dal 2009 aggiudicandosi quasi metà
(49,6%) degli ordini mondiali, segnando una crescita di 9 unità
(0,3%) rispetto al 2020, con uno stacco notevole rispetto ai
secondi e terzi in classifica, Turchia e Paesi Bassi, fermi
rispettivamente a 76 e 74 ordini. A sottolineare il dato del
Global order book è la terza edizione, appena pubblicata, di
Monitor, rapporto statistico realizzato dall’Ufficio studi di
Confindustria Nautica con la collaborazione di Fondazione Edison
e Assilea e il patrocinio del Ministero delle Infrastrutture e
dei Trasporti.
Nel complesso l’industria nautica italiana, secondo
l’indagine condotta dall’Ufficio studi di Confindustria nautica,
chiuderà il 2020 con un fatturato globale in linea con il 2019,
attorno a 4,8 miliardi di euro. Più in sofferenza i settori del
turismo nautico penalizzato dalle limitazioni imposte dal Covid
agli spostamenti internazionali, che ha fatto mancare la
clientela extra UE nel Mediterraneo: il charter nautico per
l’82% segnala una riduzione di fatturato. Per quanto riguarda
l’anno nautico in corso, che si chiuderà a settembre, nel
settore delle unità da diporto oltre due imprese su tre
dell’industria indicano una crescita e solo il 7% una possibile
contrazione. Per gli accessori/motori il 41% prevede crescita e
il 49% stabilità. E c’è più ottimismo anche nelle attività
legate al turismo nautico: 44% crescita e 50% stabilità.
“Monitor offre un quadro puntuale dello stato di salute del
mercato nautico italiano” sottolinea il presidente di
Confindustria Nautica Saverio Cecchi. “Consideriamo un valore
fondamentale – aggiunge – sostenere gli imprenditori del
settore, consentendo loro di operare con piena consapevolezza di
dati e tendenze, a maggior ragione in un periodo di grande
complessità come quello che stiamo vivendo”. (ANSA).
Fonte Ansa.it