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Nei prossimi vent’anni ci sarà il riscatto dell’Africa. Un rapporto

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Nei prossimi 20 anni la crescita economica dell’Africa sarà tra le più veloci al mondo, trainata dalla forte richiesta di tecnologie, infrastrutture, servizi di base, in un contesto di rapida urbanizzazione. La consapevolezza degli stessi Paesi e dei cittadini africani è, però, cruciale per riuscire ad esprimere a pieno il proprio potenziale imprenditoriale e fare affari. È quanto emerge da una ricerca svolta dalla McKinsey Global, multinazionale di consulenza strategica, che documenta un ottimismo diffuso sulle prospettive imprenditoriali in Africa, dove si stanno facendo strada pratiche commerciali più virtuose rispetto ad altre aree geografiche nel mondo.

Gli indicatori positivi rivelati dal sondaggio – un migliaio di intervistati in diversi settori di attività, nazionalità e incarichi – sono un invito a ripensare le opportunità d’affari quando si guarda all’Africa. Per Acha Leke e Georges Desvaux, partner senior della McKinsey, autori di “Africa’s Business Revolution”, le aziende hanno davanti a loro sterminate possibilità di sviluppare e fare crescere i propri affari sul continente.

Tra gli intervistati, quelli residenti in Africa hanno riferito di aver realizzato profitti e redditi superiori sul continente nonché maggiori aspettative di crescita per il futuro rispetto ai loro omologhi all’estero. Per due terzi di loro, nei prossimi 20 anni il Pil dell’Africa crescerà più velocemente rispetto ad altre parti del mondo. Metà degli intervistati si aspetta che nel prossimo ventennio la maggior parte delle famiglie africane faccia parte della classe dei consumatori. Inoltre sono convinti che il livello scolastico migliorerà in modo significativo e che il ritardo con le altre regioni del mondo si colmerà.

Al di là delle sfide notorie da affrontare per chi fa business in Africa – instabilità politica, corruzione – gli intervistati hanno evidenziato la necessità di investimenti diretti nell’ecosistema della propria azienda. Tra le “best practices” suggerite dalla ricerca, la valorizzazione dei talenti locali, una strategia formale per la crescita oltre alla necessità di abbracciare più velocemente le tecnologie mobili e digitali per sostenere tale strategia.

I fattori che traineranno la crescita

Per la maggioranza degli intervistati dalla McKinsey, nei prossimi 20 anni sarà il crescente uso di tecnologie mobili e digitali a trainare la crescita economica dell’Africa. Altrettanto determinante per l’aumento del Pil sarà la domanda sempre maggiore di servizi di base, tra cui istruzione e sanità, così come la richiesta di infrastrutture nuove o rinnovate da parte di istituzioni e cittadini africani. Inoltre un contributo significativo alla crescita della ricchezza nazionale arriverà dall’aumento delle spese da parte dei consumatori.

A seguire, come fattore di crescita del Pil, la rapida urbanizzazione del continente, l’aumento della sua forza lavoro, il ricorso maggiore ad energie rinnovabili oltre all’aumento della produzione agricola seguito al penultimo posto dalle abbondanti risorse minerarie e dall’aumento delle spese delle aziende.

Inoltre, nel sondaggio emerge tutto l’ottimismo degli africani che vivono in patria rispetto agli intervistati in altre parti del mondo, convinti dei vantaggi del processo di crescita economica che l’Africa sta vivendo. Sul termine medio-lungo condividono lo stesso ottimismo sulle prospettive positive di crescita e di opportunità di business, con qualche variazione in base al paese di residenza e al lavoro svolto. Per quanto riguarda invece il presente e gli ultimi anni, a segnalare le migliori performance economiche sono i residenti in Africa: il 48% ha dichiarato che le proprie entrate economiche sono aumentate negli ultimi cinque anni contro il 36% per gli altri intervistati fuori dal continente.

Stesso andamento per quanto riguarda i profitti realizzati da chi dirige un’azienda: chi opera in Africa è riuscito a segnare un aumento dei benefici nel 67% dei casi, contro il 39% per gli imprenditori che operano all’estero. Gli africani sono anche i più ottimisti sulle prospettive future delle loro aziende: il 72% si dice convinto che le migliori opportunità di crescita del proprio business si trovino proprio sul continente, in un numero sempre maggiore di paesi, contro il 49% per gli intervistati fuori dall’Africa. Inoltre gli intervistati africani sono anche quelli che hanno dichiarato – tre volte di più rispetto a quelli di altre regioni – di aver visto i propri redditi declinare negli ultimi anni, evidenziando quindi non solo le opportunità ma anche i rischi imprenditoriali locali.

Le nazioni che attraggono più gli investitori

Fuori dal continente, è dalla Cina che giunge la maggiore convinzione (70% degli intervistati) della possibilità di far crescere a ritmo sostenuto le proprie aziende in Africa. Nigeria (tra il 26 e il 35% degli intervistati) e Sudafrica (dal 27 al 45%) risultano essere i Paesi più attrattivi sia per gli imprenditori africani che stranieri. A seguire gli africani guardano con maggiore interesse ad economie più piccole, dalla crescita veloce, quali Ghana (21%) e Etiopia (20%). Gli imprenditori stranieri invece investono spesso in Kenya (22%), Egitto (16%) e Marocco (14%).

I titolari di aziende in Africa hanno tre volte più possibilità di realizzare una crescita esponenziale e benefici in Africa rispetto ai concorrenti stranieri. In base al sondaggio della McKinsey, le società più competitive – sia locali che straniere – hanno un approccio più partecipativo rispetto alle altre, ma come le altre riconoscono le stesse difficoltà nello svolgere le proprie attività: corruzione, instabilità politica e macro-economica.

Per superarle queste aziende investono massicciamente nel proprio ecosistema aziendale, ad esempio con finanziamenti ai propri fornitori, integrando verticalmente le catene di approvvigionamento, sviluppando le proprie fonti di energia ed acqua. Per gestire i rischi economici e politici queste stesse aziende di maggiore successo hanno più probabilità di avere rappresentanti locali sia tra gli azionisti che tra membri del consiglio di amministrazione, oltre ad investire attivamente nelle comunità in cui operano.

Chiave del successo in Africa è anche, in base alla ricerca, un approccio più attivo nei confronti dei talenti con investimenti in programmi di formazione, contratti di apprendistato, stage e altre pratiche di crescita professionale dei lavoratori, partenariati con le università locali, ricerca di talenti assunti da concorrenti ma anche programmi specifici per sostenere la carriera delle donne. Sul lungo termine le aziende più competitive e di maggiore successo sono anche quelle più ottimiste sulle prospettive della forza lavoro, valutata come un’opportunità per le proprie attività nei prossimi 20 anni.

Inoltre quasi il 100% delle compagnie ad alto rendimento hanno elaborato una strategia di crescita quinquennale. Sono le stesse a trarre massimo vantaggio da investimenti importanti in nuove tecnologie, modelli di business e modelli di consegna. Il 39% di quelle più competitive utilizzano in modo veloce e crescente tecnologie mobili, al servizio delle proprie strategie di crescita, tra cui social media, big data e analytics.

Nelle complesse realtà africane, per trasformare le prospettive di crescita a lungo termine in affari sostenibili e redditizi, McKinsey suggerisce di optare per un approccio che abbia una impronta geografica, proporre innovazioni in risposta alle necessità ancora non soddisfatte degli africani, sviluppare le capacità manageriali locali. Seguendo queste linee guida, l’Africa potrebbe diventare il continente che ospiti il maggior numero di aziende di successo, in grado di realizzare affari redditizi per i propri azionisti, cambiando a tempo stesso l’esistenza di milioni di persone.

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