Articolo aggiornato alle ore 13,00 del 4 febbraio 2019.
Escono il supporto digitale da registrare e la lampadina a risparmio energetico, entrano la bici elettrica, lo zenzero e la web tv: così l’Istat ha rivisto l’elenco dei prodotti che compongono il paniere di riferimento della rilevazione dei prezzi al consumo. Nel paniere del 2019 utilizzato per il calcolo degli indici Nic (per l’intera collettività nazionale) e Foi (per le famiglie di operai e impiegati) figurano 1.507 prodotti elementari (1.489 nel 2018), raggruppati in 922 prodotti, a loro volta raccolti in 407 aggregati.
Per il calcolo dell’indice Ipca (armonizzato a livello europeo) si adotta un paniere di 1.524 prodotti elementari (in lieve ampliamento rispetto ai 1.506 nel 2018), raggruppati in 914 prodotti e 411 aggregati.
Le novità del 2019
Nel dettaglio per quanto riguarda l’ingresso di prodotti che hanno acquisito maggiore rilevanza nella spesa delle famiglie, sono da segnalare: tra i beni alimentari, frutti di bosco e zenzero; nei trasporti, bicicletta elettrica e scooter sharing. Entra inoltre nel paniere la cuffia con microfono (tra gli apparecchi audiovisivi, fotografici e informatici), l’hoverboard (tra gli articoli sportivi) e la web TV (nell’ambito degli abbonamenti alla pay tv).
L’aggiornamento del paniere, spiega l’Istat, tiene conto dei cambiamenti emersi nelle abitudini di spesa delle famiglie, dell’evoluzione di norme e classificazioni e in alcuni casi arricchisce la gamma dei prodotti che rappresentano consumi consolidati.
Nel complesso, le quotazioni di prezzo usate ogni mese per stimare l’inflazione sono circa 6.000.000 e hanno una pluralità di fonti: 458.000 sono raccolte sul territorio dagli Uffici comunali di statistica e 238.000 direttamente dall’Istat; oltre 5.200.000 tramite scanner data; piu’ di 86.000 arrivano dalla base dati dei prezzi dei carburanti del Ministero dello Sviluppo economico.
La copertura territoriale
Nel 2019, 79 comuni contribuiscono alla stima dell’inflazione per il paniere completo (come nel 2018); la copertura territoriale dell’indagine è pari all’83,2% in termini di popolazione provinciale.
La copertura territoriale sale al 92,3% se si considera un sottoinsieme di prodotti (tariffe locali e alcuni servizi), il cui peso sul paniere Nic e’ del 6,3%, per i quali altri 15 Comuni effettuano la rilevazione dei prezzi.
I punti vendita, le imprese e le istituzioni coinvolti nella rilevazione svolta a livello comunale sono circa 41.900, e circa 8.000 le abitazioni presso le quali sono rilevati i canoni d’affitto.
Istat
Come avviene la rilevazione
La rilevazione centralizzata viene effettuata direttamente dall’Istat, riguarda un sottoinsieme di prodotti il cui peso nel paniere è pari al 25,9% e viene realizzata utilizzando per lo più la rete Internet anche mediante tecniche di scarico automatico dei dati (web scraping) o attraverso la raccolta di informazioni da grandi fornitori di dati.
Le quotazioni di prezzo raccolte attraverso gli scanner data provengono da un campione di 2.146 tra ipermercati e supermercati, rappresentativi dell’intero territorio nazionale e di 16 grandi catene della distribuzione al dettaglio.
Per il monitoraggio dei prezzi dei carburanti (benzina, gasolio, Gpl e metano) si utilizzano le informazioni fornite da 15.261 distributori (68,4% di quelli presenti nella base dati del ministero dello Sviluppo economico).
Nella struttura di ponderazione del paniere Nic aggiornata al 2019 si segnala l’aumento di peso della divisione di spesa Abitazione, acqua, elettricita’ e combustibili a cui si contrappone il calo di quella dei Trasporti. La divisione di spesa Prodotti alimentari e bevande analcoliche continua ad avere il peso maggiore nel paniere (16,33%), seguita da trasporti (14,41%), servizi ricettivi e di ristorazione (11,84%) e abitazione, acqua, elettricità e combustibili (11,03%).
Le critiche dei consumatori
Luci e ombre per il Codacons nel nuovo paniere 2019. “Al di là delle nuovi voci introdotte nel paniere per il calcolo dell’inflazione, destano enormi perplessità le modifiche dei pesi operate dell’istituto di statistica – afferma il presidente Carlo Rienzi – Riteniamo assolutamente incomprensibile la riduzione di peso per il comparto “trasporti”, una voce che incide pesantemente sui bilanci familiari e che nel 2018 ha avuto effetti pesanti per le tasche dei cittadini”.
Non a caso sono proprio le tariffe nel settore dei trasporti quelle che – secondo gli stessi dati Istat – hanno registrato, dopo alcol e tabacchi, la crescita maggiore nel 2018, pari ad una media annua del +2,7% e impatti sui bilanci familiari fino a +143 euro annui per un nucleo con due figli – prosegue il Codacons – Appare quindi del tutto sbagliato ridurre il peso per una voce in costante crescita e che incide pesantemente sulla spesa mensile delle famiglie.
Al contrario, l’associazione dei consumatori giudica positivamente l’ingresso nel paniere dei prezzi dell’Energia elettrica del mercato libero, considerato che con le liberalizzazioni il 40,6% delle utenze elettriche italiane è passato a tale mercato, mentre per il gas il 36,1% delle famiglie ha scelto il mercato libero, settore dove i prezzi sono in continua evoluzione con effetti diretti sul tasso d’inflazione.
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