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Nessuna manovra-bis nel 2018

Il ministro dell’Economia Tria rassicura Confindustria, che, in linea con il rigore imposto da Bruxelles, aveva paventato una correzione di 9 miliardi. Nello stesso tempo però rinvia l’ipotesi del reddito di cittadinanza

huffingtonpost.it, Giuseppe Colombo

Nessuna manovra bis nel 2018. Il Tesoro respinge l’allarme lanciato da Confindustria, che ha definito “plausibile” la richiesta da parte di Bruxelles di una correzione da 9 miliardi quest’anno. “Non si farà nessun intervento di correzione quest’anno” è la linea che il ministro Tria ha intenzione di portare avanti secondo quanto apprende Huffpost da ambienti di via XX settembre.

Il Centro studi di viale dell’Astronomia è stato chiaro: per rispettare le regole europee e centrare i target condivisi con la Commissione serve una manovra bis a valere sul deficit 2018 di 9 miliardi, cioè 0,5 punti di Pil, e una manovra correttiva di 11 miliardi nel 2019. Scenario pesantissimo, che secondo gli economisti del Csc è legato a due fattori, cioè una crescita meno forte del previsto e un debito che segue un andamento peggiore di quanto atteso nelle stime precedenti a quelle odierne.

Il governo gialloverde, tuttavia, non ha intenzione di recepire le preoccupazioni che arrivano dagli industriali. La trattativa con Bruxelles è già in corso e ha registrato un primo momento di confronto venerdì scorso, quando Tria ha partecipato alla sua prima riunione dell’Ecofin a Lussemburgo. In quell’occasione il ministro ha dichiarato: “L’intenzione è cercare di rispettare l’impegno dello 0,3%: si stanno facendo dei calcoli che una piccola deviazione dall’impegno, che la Commissione già si aspetta, deriverebbe dal fatto che lo 0,3% dipende da un quadro macroeconomico favorevole, naturalmente ora c’è un rallentamento in tutta la Ue, ci possono essere piccole deviazioni”, ma “nella sostanza delle linee economiche non cambiano”.

Correzione che, tuttavia, non sarà messa nero su bianco quest’anno. L’obiettivo di fondo è spostarla al 2019. In mezzo, cioè in autunno, arriverà la legge di bilancio. Ma quella è un’altra storia e soprattutto un’altra trattativa con Bruxelles. Non solo. Il menù del provvedimento dovrà essere scelto con molta cautela visto che le misure care a Salvini e Di Maio, dalla flat tax al reddito di cittadinanza, costano molto. La stessa Confindustria ha avvertito il governo: gli spazi di intervento sono pochi. E Tria ha lanciato un nuovo altolà a Di Maio sul reddito di cittadinanza: “Sono provvedimenti di un programma di legislatura”, ha chiosato il ministro in merito all’ipotesi che la misura possa essere inserita nella legge di bilancio.

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