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Oltre 22mila ricorsi all’Arbitro bancario finanziario, il 48% legati alla cessione del quinto

 

in calo del 18% rispetto al 2018

Costo: 20 euro di contributo per le spese. Se l’istanza è accolta, la somma viene rimborsata dall’intermediario, che è tenuto anche a corrispondere a Bankitalia 200 euro

di Nicoletta Cottone

Arbitro bancario finanziario: su 22mila ricorsi il 48% è per la cessione del quinto

 

13 luglio 2020


2′ di lettura

La quantità maggiore di ricorsi all’Arbitro bancario finanziario riguarda l’estinzione anticipata dei finanziamenti contro cessione del quinto di stipendio o pensione. Rappresentano il 48% delle controversie ricevute dall’Arbitro bancario finanziario nel 2019, anche se in calo del 39% rispetto all’anno precedente.

Ricorsi in calo

Giunto al decimo anno di attività, nel 2019 l’arbitro ha ricevuto 22.059 ricorsi, con una riduzione rispetto al 2018 del 18%, legata anche, spiega la relazione, «al riconoscimento da parte degli intermediari già nella fase del reclamo dei diritti dei clienti, in linea con le indicazioni di Vigilanza e con gli orientamenti dei Collegi» dell’arbitro bancario finanziario. In totale lo scorso anno i collegi, composti da professionisti con elevate competenze giuridiche, economico-finanziarie, indipendenti dalla Banca d’Italia, ha preso 27.346 decisioni (-18% rispetto al 2018).

Cosa è l’arbitro

L’arbitro bancario finanziario è un sistema di risoluzione stragiudiziale per le controversie in materia bancaria e finanziaria.É uno strumento più rapido nel dare una risposta rispetto ai tempi della giustizia ordinaria. Per attivarlo non serve il supporto di un legale, ma basta presentare l’istanza online attraverso un portale ad hoc. Decide su servizi bancari, finanziari e di pagamento per importi fino a 100mila euro se si chiede una somma di denaro. Nessun limite di importo sesi chiede l’accertamento di diritti, obblighi e facoltà. L’arbitro è competente per le controversie su operazioni e comportamenti successivi al 1° gennaio 2009.

Sette collegi in Italia

Sono sette i collegi in Italia: Roma, Milano, Napoli, Bari, Bologna, Palermo e Torino, che decidono in base al domicilio dei clienti. Ogni collegio è formato da cinque membri, nominati dalla Banca d’Italia. Si tratta del presidente e di due membri designati da Bankitalia, di un componente individuato dall’associazione degli internediari (Conciliatore bancario finanziario) e di un membro designato dalle associazioni che rappresentano i clienti.

Il costo del ricorso

Il ricorso costa 20 euro di contributo per le spese della procedura. Denaro che viene rimborsato dall’intermediario se il ricorso viene accolto, anche in parte. Se il cliente, dopo aver pagato i 20 euro decide di non presentare il ricorso, può chiedere il rimborso. L’intermediario è tenuto a corrispondere alla Banca d’Italia 200 euro se il ricorso del cliente è accolto, totalmente o parzialmente.

Fonte

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