«Per la prima volta il Governo ha preso l’impegno politico e riconosce la proposta unitaria dei sindacati sulla necessità di istituire una pensione di garanzia per i giovani» ha detto il segretario aggiunto della Cisl Luigi Sbarra, al termine del primo tavolo al ministero del Lavoro nell’ambito della riforma previdenziale, insieme ai colleghi Paolo Bombardieri della Uil e Roberto Ghiselli della Cgil
Pensioni: tempi lunghi confronto, si parte con giovani
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Al primo dei cinque tavoli di confronto con i sindacati sulla riforma delle pensioni «ho voluto partire dai giovani, e ringrazio le parti sociali per aver condiviso appieno questa mia decisione, perché è arrivato il momento di intervenire per permettere loro di avere un domani una pensione dignitosa. Del resto, i dati parlano chiaro: il Censis ha stimato che fra trent’anni in 5,7 milioni rischiano di ritrovarsi con assegni sotto la soglia di povertà. Non possiamo più restare a guardare». Lo scrive la ministra del Lavoro e delle Politiche sociali, Nunzia Catalfo, su facebook al termine della riunione sulla pensione di garanzia. «Quella a cui stiamo pensando, e che costruiremo anche attraverso il dialogo con i sindacati, è una misura grazie alla quale ragazzi con carriere discontinue possano ottenere coperture di eventuali buchi contributivi. Una pensione di garanzia – afferma -, così com’è stata definita nel programma di Governo».
Sindacati soddisfatti: impegno governo su garanzia giovani
Lavoratori precari, con carriere discontinue e con retribuzioni basse, più o meno giovani che sono entrati nel mercato del lavoro dal 1996 in poi e, quindi, per il calcolo della futura pensione sono destinati a rientrare interamente nel sistema contributivo (per cui meno si versa, meno si avrà): a loro guarda il confronto avviato tra governo e sindacati, con l’obiettivo condiviso di istituire una pensione di garanzia. È il primo confronto tecnico partito al ministero del Lavoro nell’ambito dei tavoli sulla riforma del sistema previdenziale già fissati, che punta a superare la legge Fornero definendo un intervento in tempo per la prossima manovra. Una proposta che i sindacati sostengono da molti mesi, al centro della piattaforma unitaria varata a fine 2018, e che ora, sottolineano positivamente al termine della riunione presieduta dalla ministra Nunzia Catalfo, il governo «riconosce, condivide», con un «impegno politico assolutamente importante»
Cisl: base 780 euro
Come declinarla è il prossimo passo. Un punto, intanto, arriva dai sindacati: la base da cui partire per una pensione contributiva di garanzia non potrà essere al di sotto dei 780 euro della pensione di cittadinanza. «Pensiamo ad un meccanismo che possa stabilire una soglia minima da far crescere in proporzione al numero di anni lavorati», spiega il segretario generale aggiunto della Cisl, Luigi Sbarra, soglia che «secondo noi non può essere inferiore all’importo della attuale pensione di cittadinanza, quindi, a 780 euro». Naturalmente, per andare avanti, è fondamentale, dice, conoscere le linee di indirizzo e le risorse che il governo intende stanziare
Uil: fondamentali le risorse del Mef
L’articolazione della proposta «dipende dalle risorse che il Mef è disponibile a mettere sul tavolo», rimarca il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, aprendo alla possibilità di «prevedere anche accordi su più manovre». Intanto, c’è «un impegno» da parte del governo “a fare i calcoli. È importante che non sia arrivato con una proposta prendere o lasciare: il confronto è aperto», sottolinea il segretario confederale della Cgil, Roberto Ghiselli.
Per quantificare l’intervento serve stabilire i requisiti e calcolare la platea potenzialmente interessata, arrivando, o forse, partendo dalle risorse disponibili. Per i sindacati, comunque, le misure da adottare per garantire ai giovani di oggi una pensione adeguata, “dignitosa”, sono diverse e alcune si possono applicare già nel corso della carriera lavorativa, come spiega la Uil, con il riconoscimento di una contribuzione figurativa piena per i periodi di disoccupazione o per i periodi di formazione svolti al di fuori di un impiego