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Pensioni, da quota 100 un tesoretto di 5-6 miliardi

Sono oltre 101mila le domande di pensionamento anticipato accolte dall’Inps nei primi quattro mesi della nuova era «Quota 100». Si tratta di appena un terzo della platea ipotizzata dal governo (330mila) al momento del varo del decretone di gennaio. Il dato va letto al netto delle uscite del comparto scuola (circa 27mila) e delle 127mila richieste ancora in giacenza, ovvero al vaglio di ammissibilità e quindi non necessariamente tutte «bocciabili».

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Il bacino comprende i pensionamenti anticipati con 43 anni e un mese di contributi (fino al 2026 è sospeso l’adeguamento di questo requisito alla speranza di vita), i precoci, Opzione Donna e Ape sociale. Per «quota 100» e «canale contribuivo» le “istanze” approvate sono state fin qui 84mila. Se questo andamento dovesse essere confermato anche nei prossimi mesi, alla fine dell’anno potrebbero risultare non spesi almeno 1-1,3 miliardi dei quasi 4 miliardi attivati con l’apposito “fondone” in legge di Bilancio. Una dote alla quale, seppure per un importo minore, hanno già fatto riferimento il premier Giuseppe Conte e il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, per contenere, insieme con i risparmi dal Reddito di cittadinanza, il deficit 2019 entro la soglia del 2,1% ed evitare così il ricorso a una manovra correttiva in corso d’anno.

La minore spesa potrebbe oltretutto trasformarsi in una sorta di serbatoio per le prossime leggi di bilancio. Nel triennio, infatti, i risparmi sulle nuove pensioni potrebbero oscillare tra i 5 e i 5,5 miliardi, circa un quarto dei 21 stanziati dal governo. Un “tesoretto” che, considerando anche le minori richieste rispetto alle attese per il Reddito di cittadinanza, potrebbe salire a circa 3 miliardi quest’anno e a 12,5 nel triennio, ancora una volta attorno a un terzo delle risorse disponibili.

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I dati sulle domande di pensione che pubblichiamo sono aggiornati al 10 giugno e consentono un primo esercizio sulla spesa innescata in attesa del monitoraggio ufficiale che il ministero del Lavoro ha ottenuto dall’Inps ma non ha ancora comunicato. Una stima da prendere con beneficio di inventario visto che manca il dato cruciale del valore medio dell’assegno erogato. Come si ricorderà in legge di bilancio è prevista una clausola di verifica mensile sull’andamento di «Quota 100» e del Reddito di cittadinanza proprio per controllare la dinamica di una delle spese correnti più sensibili anche rispetto ai parametri di stabilità Ue.

Guardando alle richieste presentate, in questo momento solo l’anticipo pensionistico per i lavoratori precoci ha superato il target previsto (11.619 contro 2.100). Tutti gli altri canali sono al di sotto dell’obiettivo, con «Quota 100» ferma a 145mila domande, in lentissimo avanzamento e con un 10% di bocciature. Mentre le domande finora accolte per l’anticipo con 43 anni e un mese (scontando la finestra di pensionamento) sono poco oltre le 19.500 contro le 21mila maggiori pensioni attese per tutto l’anno in virtù del congelamento degli adeguamenti alla speranza di vita. In attesa dei dati che davvero contano, ovvero quelli che si faranno a consuntivo alla fine dell’anno, vale ricordare la previsione fatta nelle scorse settimane dall’Osservatorio previdenza della Fondazione Di Vittorio (Cgil) secondo cui nel triennio di sperimentazione le uscite effettive con “quota 100” si fermerebbero a un terzo del previsto: 325mila anziché 973mila. Allargando la proiezione anche all’impatto derivante dal blocco dell’adeguamento dei requisiti per le pensioni anticipate alla speranza di vita e di “Opzione donna”, nel triennio, secondo la Cgil, non verrebbero utilizzati 7,2 miliardi dei 21 miliardi stanziati in legge di Bilancio. Quest’anno dei 3,968 miliardi messi in campo non verrebbero utilizzati 1,6 miliardi; nel 2020 si prevede il mancato utilizzo di 2,9 miliardi e nel 2021 di altri 2,6 miliardi.

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