Su 341mila domande presentate, ben 165mila sono su anticipo senza aspettativa di vita, opzione donna, Ape e precoci
di Davide Colombo e Marco Rogari
Quota 100: arriva il restyling del governo giallorosso
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Nessuna corsa a «Quota 100». Che addirittura in termini di appeal rischia di perdere la sua leadership in favore di altre forme di pensionamento anticipato previste dal “decretone” del gennaio scorso. In attesa della verifica sui dati di cassa, l’ultimo monitoraggio Inps lo dimostra in maniera inequivocabile: delle oltre 341mila domande presentate al 10 settembre, ben 165mila riguardano i canali alternativi all’uscita con almeno 62 anni di età e 38 anni di contribuzione.
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Un dato quasi allineato alla sola «Quota 100» per la quale sono invece arrivate 175.999 richieste, di cui 110.733 accolte, con un trend molto più contenuto rispetto alle 290mila domande (comprese quelle per i pensionamenti senza adeguamento automatico) stimate originariamente. Non sarà, insomma, soltanto la misura bandiera del governo gialloverde a gonfiare le vele della spesa pensionistica. A far correre i nuovi pensionamenti anticipati del 2019, su cui ha acceso i fari la Ragioneria generale dello Stato, sono anche le altre agevolazioni e deroghe alla legge Fornero introdotte a inizio anno.
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Una parte delle maggiori uscite (0,2% l’anno fino al 2036) che, secondo i tecnici del Mef, appesantiranno la curva della spesa, è legata agli altri quattro canali di uscita: anticipi senza adeguamento automatico alla speranza di vita; Opzione donna; Ape sociale; percorso agevolato per i cosiddetti lavoratori precoci. Vale ricordare che le stime della Ragioneria sono di competenza, a legislazione vigente e nelle ipotesi di adesione previste con la Relazione tecnica allegata al decreto di gennaio. Se la cassa sarà più bassa lo vedremo con i primi dati Inps, attesi in settimana.