Il provvedimento che sarà varato la prossima settimana – tra il 5 e il 6 agosto al momento le date più probabili – dovrebbe chiudere la serie di interventi anti-crisi messi in campo per decreto dal governo da marzo ad oggi
Il provvedimento che sarà varato la prossima settimana – tra il 5 e il 6 agosto al momento le date più probabili – dovrebbe chiudere la serie di interventi anti-crisi messi in campo per decreto dal governo da marzo ad oggi
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Protezione del lavoro e aiuti alle imprese, a partire dai settori più colpiti dalla crisi come il turismo o l’auto, comparto che potrà contare su mezzo miliardo di risorse fresche. Prende forma il decreto di agosto, che sarà varato la prossima settimana – tra il 5 e il 6 al momento le date più probabili – e che dovrebbe chiudere la serie di interventi anti-crisi messi in campo per decreto dal governo da marzo ad oggi. Lo sforzo dell’esecutivo, ha ribadito in Parlamento il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, è stato «enorme», con misure per 6 punti di Pil equivalenti a circa 100 miliardi.
La fetta più grossa, circa 40 miliardi complessivi, è andata alle imprese, tra contributi a fondo perduto e misure fiscali, altri 35 miliardi sono serviti per gli ammortizzatori e i vari sostegni al reddito, più di 12 miliardi per sostenere gli enti locali e altri 11 per sanità e scuola.
Più fondi per le pensioni di invalidità
Gualtieri ha elencato i numeri In Aula al Senato, dove il voto sulla richiesta di altri 25 miliardi di scostamento era più delicato ma è passato con una maggioranza di 170 voti, 10 più del quorum. Il titolare di via XX settembre ha annunciato alcune novità, come la proroga della moratoria su mutui e prestiti (dovrebbe essere fino alla fine dell’anno), chieste a gran voce dai partiti di minoranza, ma anche la garanzia delle risorse per portare le pensioni di invalidità per gli invalidi totali da 285 ad almeno 516 euro. Dopo la sentenza della Corte Costituzionale e il pressing in particolare di Fratelli d’Italia e di Giorgia Meloni, sempre con il decreto Rilancio è stato creato un fondo ad hoc da 50 milioni, che ora dovrà essere ampiamente rimpinguato (stime informali indicherebbero fino a 1 miliardo e mezzo le risorse necessarie, a seconda di come sarà modulato l’intervento).
La ripartizione delle risorse
I 25 miliardi di nuovo deficit sono già quasi tutti impegnati: 500 milioni andranno all’automotive, per ulteriori misure cui sta lavorando il Mise a sostegno di uno dei settori più colpiti. Poco meno di un miliardo dovrebbe andare a rifinanziare il Fondo di Garanzia per le Pmi mentre 3-4 miliardi dovrebbero servire per spalmare tra 2021 e 2022 almeno la metà delle tasse sospese tra marzo, aprile e maggio e rinviate al momento a settembre.
Per la scuola ci saranno circa 1,3 miliardi, divisi tra assunzione a tempo determinato di nuovi prof, per ridurre l’affollamento delle classi, e nuovi arredi, compresi i banchi con le rotelle. Tra i 5 e i 6 miliardi andranno agli enti locali: 2,8 miliardi già concordati per le Regioni, mentre le nuove risorse per i Comuni serviranno anche al ristoro dei mancati incassi della tassa di soggiorno.