Per il bilancio Inps le uscite anticipate con 62 anni e 38 di contributi costeranno 600 milioni in meno delle previsioni del governo. Aumenta la spesa
di Davide Colombo
Ocse: “In Italia si vede una luce, Quota 100 va rivista”
3′ di lettura
L’ultima stima al ribasso sulla nuova spesa per pensioni legata a “Quota 100” è arrivata a poche ore dalla fine del 2019 con il Bilancio preventivo Inps approvato dal Consiglio di indirizzo e vigilanza (Civ). Le maggiori uscite coperte dalla fiscalità generale per chi si pensionerà con i requisiti minimi di 62 anni e 38 di contributi si fermerebbero quest’anno a 5,2 miliardi, oltre 600 milioni meno di quanto indicato nella relazione tecnica al Ddl di Bilancio. Ma anche con ritiri minori delle attese la corsa della spesa complessiva per pensioni non rallenterà.
La spesa per le pensioni sale a 233,1 miliardi
Le prestazioni «mutualizzate» passeranno da 231,3 a 233,1 miliardi (+0,8%). E nonostante le oltre 834mila pensioni che saranno eliminate, a fine 2020 ci ne saranno 59mila in più da sostenere, per un totale di 17.885.513. Numeri da leggere con cautela, perché le classificazioni non sono sempre allineate nei diversi documenti contabili dell’Istituto. Ma confermano le dimensioni “monstre” raggiunte da questo aggregato della spesa corrente.
Le uscite a carico della fiscalità a quota 121,7 miliardi
Le uscite a carico della fiscalità generale passeranno quest’anno da 115,4 a 121,7 miliardi (+5,4%). Oltre al peso di “Quota 100” ci sono gli 11 miliardi per coprire i disavanzi delle gestioni pensionistiche o i 16 miliardi per gli interventi pensionistici assistenziali. Mentre fuori dal perimetro previdenziale si aggiungono i 7,1 miliardi per reddito e pensioni di cittadinanza (+62% rispetto ai 4,4 spesi nel 2019) o i 18 miliardi per le disabilità di origine non professionale (+1,3%).
La stima sulla platea che beneficerà della Quota 100
Ma torniamo a “Quota 100”. Chi coglierà quest’anno questa finestra di anticipo? Secondo l’UpB potremmo arrivare a circa 246mila soggetti, il 19% in meno rispetto ai 300mila previsti dal governo giallo-verde al lancio della sperimentazione: oltre 121mila dipendenti privati, circa 58mila autonomi e quasi 67mila dipendenti pubblici. L’UpB stima una spesa di 5,4 miliardi, valore intermedio tra quelli di Inps e governo. I numeri a consuntivo potrebbero rivelarsi superiori: potrebbe aumentare la propensione al pensionamento di chi ha i requisiti minimi, o scendere il tasso di rigetto delle domande da parte dell’Inps (nel 2019 al 14%).
Quattro categorie per i quotisti
I quotisti di quest’anno possono essere suddivisi in almeno quattro categorie: chi ha presentato domanda a fine 2019 e quindi deve aspettare qualche mese per il pagamento del primo assegno, chi ha preso qualche mese di pensione con “Quota 100” nel 2019 e quest’anno prenderà l’intera annualità, chi maturerà i requisiti 62+38 nel 2020 e, infine, chi li ha maturati l’anno scorso e ha deciso di aspettare quest’anno per timbrare l’ultimo cartellino e andare in pensione. Comportamenti e scelte che, appunto, possono far ballare i saldi di qualche decina di milioni.