Il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, in un’intervista al Messaggero, spiega che allo scadere naturale di Quota 100 si può pensare a una revisione complessiva del sistema che abbia l’ambizione di essere strutturale
Per quota 100 spendiamo la stessa cifra che investiamo in nidi e scuole materne
2′ di lettura
«Quota 100 è stata una misura sperimentale. Abolirla, dopo solo un anno, sarebbe stato inopportuno, con la frustrazione di legittime aspettative. Allo scadere naturale si può pensare a una revisione complessiva del
sistema che abbia l’ambizione di essere strutturale, fermo restando che Quota 100 in sé costituisce già uno scivolo temporaneo per ammorbidire lo scalone per molti che non sono dalle altre forme di anticipazione, dopo la riforma del 2011». A dirlo, in una intervista al Messaggero, è il
presidente dell’Inps, Pasquale Tridico.
Età di uscita dal lavoro flessibile per ogni categoria
«A mio parere – spiega quindi sulla sua idea di riforma – bisognerà mettere a frutto soprattutto l’analisi della prossima commissione sui lavori gravosi, superando le età di pensionamento uguali per tutti. Si potrebbe pensare ad un sistema di coefficienti che tengano conto appunto della gravosità del lavoro. Sarebbe un modo per prevedere un’età di uscita dal lavoro per ogni categoria, in maniera flessibile. Il minatore avrà un indice di gravosità più alto e quindi potrà uscire prima. Certo ci dovrà essere un’età minima, la stabilirà il legislatore».
Neutralizzare gli effetti degli incrementi sull’età di pensionamento
Sulla eventuale penalizzazione dal punto di vista dell’importo dell’assegno, risponde: «Ci sarà la naturale penalizzazione legata al contributivo. Ma c’è anche un’altra possibile novità che andrebbe valutata, si può pensare – spiega – ad una correzione di una norma che reputo ingiusta, cioè l’incremento dell’aspettativa di vita con effetti sui requisiti
di pensionamento per tutti, anche su chi è già vicino alla pensione. Si dovrebbero neutralizzare gli effetti degli incrementi sull’ età di pensionamento, da una determinata età in poi, ad esempio da 60 anni: in modo che l’aumento dell’aspettativa di vita sia bloccato per le singole coorti di lavoratori. Per ogni anno di nascita una certa aspettativa, che
poi non cresce più. Così si dà certezza».
Per quota 100 nel 2019 avanzano circa 1,6 miliardi
«Stiamo parlando – chiarisce inoltre – di riforma strutturale che non sarà a costo zero. Però si potranno usare intanto le risorse non spese per Quota 100. Secondo nostre stime, comunque prudenti, nel 2019 avanzano circa 1,6 miliardi di cui solo 1,1 sono stati conteggiati nel decreto salva conti di luglio. Nel 2020 potremo avere 2,5 miliardi».
Per approfondire