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Per il governo la recessione è dovuta a “fattori transitori”

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Il governo frena gli allarmi sullo stato dell’economia, dopo che un nuovo arretramento del Pil per il secondo trimestre consecutivo, secondo l’Istat, concretizza il fantasma di una recessione tecnica. Mentre le opposizioni chiedono che il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e il ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, riferiscano in Aula.

“È una contrazione che era nell’aria, gli analisti l’avevano prevista, collegata a fattori transitori”, tranquillizza Conte, che in mattinata ha affrontato il tema in un vertice a tre con Di Maio e l’altro suo vice, Matteo Salvini. Il premier dice di non temere “assolutamente” un eventuale pressing della commissione europea per una manovra bis e non si sottrae ad assecondare le richieste delle opposizioni: “Io sono sempre disponibile quando le opposizioni chiedono chiarimenti. Quindi, vedremo”, dice.

Per Tria è un “dato atteso che non intacca la fiducia”

Sul dato del Pil getta acqua sul fuoco anche Di Maio. “Io non credo che ci sia bisogno di correggere le stime, nonostante siamo in una congiuntura economica difficile”, sostiene. “I dati Istat di oggi testimoniano che chi stava al governo prima di noi ci ha mentito, non ci ha portato fuori dalla crisi – attacca poi il capo politico del M5s – I dati certificano il fallimento di un’intera classe politica che gli italiani hanno mandato a casa il 4 marzo”.
“Bisogna essere sempre fiduciosi perché se non si ha fiducia non si va da nessuna parte. Certo, in Italia e nel mondo, qualche cosa relativamente al governo dell’economia deve cambiare”, ha sottolineato, dal canto suo, il sottosegretario leghista alla Presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti.

Il ministro dell’Economia Giovanni Tira ha parlato di un dato “atteso e determinato dal ciclo economico europeo” e che comunque non sta “intaccando il recupero di fiducia dei mercati finanziari nel debito italiano”. La risposta, ha aggiunto, “non può che essere quella di accelerare il programma di investimenti pubblici previsti dal Governo e le altre misure contenute nella legge di bilancio. Considerata la grande interdipendenza tra le economie europee, mi auguro che l’obiettivo di spingere sulla crescita venga perseguito anche dagli altri paesi Ue colpiti dal raffreddamento economico”.

Le reazioni (dure) delle opposizioni

Le opposizioni chiedono comunque che Di Maio riferisca quanto prima in Parlamento. “Il ministro Di Maio sta dicendo che nei mesi scorsi l’Istituto di Statistica ha falsificato i dati. Siamo stanchi delle sue buffonate, venga subito in Aula”, è la richiesta avanzata alla Camera da Daniele Marattin del Pd.

“Da quando c’è il nuovo governo, l’Italia ha perso 76.000 posti di lavoro (dati ufficiali Istat) e il Pil è per la seconda volta in negativo. Siamo in recessione. Chi vuol bene all’Italia sa che le scelte economiche di Salvini e Di Maio sono sbagliate. Con le nostre scelte, quattordici trimestri di crescita, con le loro scelte subito recessione. Stanno portando il Paese a sbattere: cambiamo strada prima che sia troppo tardi”, attacca l’ex premier Matteo Renzi.

Mentre la vicepresidente della Camera ‘azzurra’, Mara Carfagna chiede di dar vita “subito a un tavolo del centrodestra per proporre e far votare da tutti un piano di rilancio per lavoro, investimenti e crescita”. “Il solito copione: Di Maio imputa le cause della recessione a chi ha governato prima di lui, accusandolo di aver mentito agli italiani, ma lui è il re dei Pinocchi”, lamenta la capogruppo di FI al Senato, Anna Maria Bernini. “Questo governo infatti ha barato sia sul rapporto deficit-Pil che sul tasso di crescita, sceso dall’1,5 all’un per cento e ora vicino allo zero. Nel frattempo è stato distrutto il valore del risparmio per 200 miliardi di euro, è crollata la fiducia delle imprese, è raddoppiato lo spread. Ma di cosa parla, dunque? La realtà è che questo governo sta trascinando l’Italia nel precipizio, e negare l’evidenza non basterà a salvargli l’anima”.

Walter Rizzetto di Fratelli d’Italia, nel chiedere che Di Maio “riferisca subito in Aula sulla recessione” ha affermato: “l’unico che ha bisogno di un navigator è proprio il ministro Di Maio”. Sul tema è intervenuto anche il presidente dell’Associazione nazionale dei comuni italiani (Anci), Antonio Decaro: “Le scelte sono di natura politica da parte del governo. E chiaro che una situazione di questo tipo mette in allarme il Paese, non soltanto i sindaci”. 

I dati sul lavoro

Sono invece positivi i dati sul mercato del lavoro: il tasso di occupazione è salito al 58,8% a dicembre, in aumento di 0,1 punti percentuali rispetto a novembre. Si tratta del dato migliore da aprile 2008, vale a dire dall’inizio della crisi, quando era pari al 58,9%. Il tasso di disoccupazione è invece sceso al 10,3% a dicembre dal 10,5% di novembre. Il tasso di disoccupazione giovanile sale di 0,1 punti percentuali al 31,9% a dicembre.

“A dicembre”, sottolinea l’Istat, “si conferma un quadro di debole crescita dell’occupazione, presente da alcuni mesi, con segnali di calo della disoccupazione. Contrariamente ai due mesi precedenti, il leggero incremento dell’occupazione è di nuovo dovuto a una crescita dei dipendenti a termine più ampia della flessione dei permanenti, a cui si aggiunge una lieve ripresa degli autonomi. Il secondo mese consecutivo di diminuzione dei disoccupati non è tuttavia sufficiente ad evitare un aumento della disoccupazione nella media del quarto trimestre. La diminuzione piuttosto contenuta dell’inattività registrata a dicembre non consente di tornare ai minimi storici toccati ad aprile e giugno 2018”. 

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