Mentre in Italia si dibatte sulla riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario per ridistribuire la ricchezza e aumentare l’occupazione, il fondatore del gigante dell’e-commerce cinese, Jack Ma, difende il superlavoro dei giovani nelle aziende della tecnologia cinese, che definisce “una benedizione”. Jack Ma ha difeso la politica del 996, ovvero dell’orario di lavoro dalle nove del mattino alle nove di sera per sei giorni alla settimana dall’account WeChat del gruppo da lui fondato.
“Personalmente ritengo che sia una enorme benedizione”, si legge nel suo intervento. “Molte aziende e molte persone non hanno l’opportunità di lavorare 996. Se non lavori 996 quando sei giovane, quando potrai mai lavorare 996?”
Le affermazioni del miliardario cinese arrivano in risposta alle critiche sulle condizioni di lavoro in alcune aziende in cui i dipendenti sono sottoposti a richieste eccessive di straordinari: tra queste, nel progetto “996.ICU” lanciato da un gruppo di attivisti cinesi su Microsoft Github, viene citata anche Alibaba, ma le critiche non sembrano scalfire Jack Ma.
“Se non dedichi più tempo ed energie degli altri, come puoi raggiungere il successo che cerchi?”, chiede il fondatore di Alibaba. In uno scenario dove molte aziende sono costrette a chiudere, ha proseguito, “mi sento fortunato. Non rimpiango (di avere lavorato dodici ore al giorno). Non cambierei mai questa parte di me”.
Le perplessità sul lavoro eccessivo sono, però, arrivate anche dal principale giornale cinese, il Quotidiano del Popolo. “Creare una cultura societaria di straordinario incoraggiamento non solo non aiuterà la competitività di un’azienda”, si legge in un articolo di commento comparso sull’organo di stampa del Partito Comunista Cinese, “ma potrebbe anche reprimere e danneggiare la capacità di un’azienda di innovarsi”.
agi