Si chiamano Sostegno di emergenza per il lavoro autonomo (Sea) e Reddito di cittadinanza per l’emergenza (Rem)). Così è «possibile costruire una diga solida contro l’impoverimento»
di Nicola Barone
Sostegno di emergenza per il lavoro autonomo (Sea) e Reddito di cittadinanza per l’emergenza (Rem). Queste le due misure integrative al decreto «Cura Italia» che Forum Disuguaglianze e Diversità (ForumDD) e l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), con Cristiano Gori, docente di politica sociale all’Università di Trento propongono per fronteggiare l’emergenza del coronavirus.
Misure temporanee ed eccezionali
La proposta, spiega una nota, mira a completare l’impianto del «Cura Italia» tenendo conto dell’attuale situazione sociale e occupazionale con due proposte di rapida attuazione. Il Sea e il Rem sono misure temporanee ed eccezionali, la cui durata è uniformata a quella delle prestazioni straordinarie per il lavoro dipendente introdotte in seguito al diffondersi della pandemia. Il Sea mira a sostituire il bonus una tantum di 600 euro per gli autonomi al fine di sostenere il reddito e tutelare il lavoro. Il Rem utilizza i dispositivi del Reddito di Cittadinanza, che viene esteso ai nuovi richiedenti per la durata del periodo di emergenza.
Sea
L’importo del Sea, non è fisso, ma cambia in base alle diverse situazioni: poiché l’obiettivo è di sostenere soprattutto chi è in grave difficoltà, l’ammontare del contributo viene determinato in modo progressivo a seconda delle condizioni economiche del nucleo familiare del lavoratore autonomo. Il Sea punta, inoltre, a mantenere la capacità produttiva del lavoro per cui il suo valore è anche parametrato alla perdita di guadagno (in proporzione al proprio volume abituale di attività), così da supportare in misura maggiore chi subisce più danni.
Rem
Obiettivo del Rem è «costruire subito una diga contro l’impoverimento», raggiungendo tutta la popolazione in condizione di necessità e che non beneficia di altre prestazioni di welfare. Il vantaggio di questa misura (sulla quale, nel periodo di crisi, convergerebbero le nuove domande di Reddito di Cittadinanza) -, spiega ancora la nota di ASviS e Forum DD- è che rimodula uno strumento già esistente e prevede, per velocizzarne l’attuazione: la riduzione della documentazione necessaria, la semplificazione delle procedure, l’informazione automatica degli aventi diritto, la modifica dei vincoli legati al patrimonio mobiliare e immobiliare, l’allentamento temporaneo delle sanzioni legate alla condizione di lavoro irregolare.
I quattro pilastri
Secondo i proponenti l’idea si basa su quattro principi: «Nessuno resti indietro», affinché il pacchetto di azioni raggiunga chiunque venga colpito dalla crisi; «Risposte a misura delle persone» perché è necessario diversificare gli interventi in base alle differenti, e specifiche, esigenze; «La semplicità è la prima strada per sostenere subito chi è in difficoltà», per mettere in campo prestazioni che siano agevoli da attuare, comunicare e ricevere, come insegna l’esperienza internazionale; «Cominciare oggi a costruire il welfare di domani»: le azioni realizzate nell’immediato devono rappresentare il miglior punto di partenza per quelle che sarà necessario predisporre in seguito.