2 miliardi e 51 milioni di euro: tanto vale il mercato del cibo per gli animali. L’Italia al primo posto per il numero di pets in rapporto alla popolazione: 50,3 ogni 100 abitanti. Nel 2017 gli Italiani hanno speso 68 milioni in lettiere per gatti
Milano – Vola a oltre 2 miliardi di euro il mercato del pet food in Italia, che fa riferimento a una popolazione di circa 60 milioni e 400 mila animali d’affezione: 30 milioni di pesci, poco meno di 13 milioni di uccelli, 7,5 milioni di gatti, 7 milioni di cani e 3 milioni tra piccoli mammiferi e rettili.
Un mercato che vede l’Italia al primo posto tra i Paesi europei per numero di pets in rapporto alla popolazione: in totale sono 50,3 animali ogni 100 abitanti, davanti a Francia (46,5), Polonia (41), Spagna (40,2), Germania (39,8) e Regno Unito (30,3).
È quanto emerge dal Rapporto annuale curato da Assalco, l’Associazione Nazionale tra le Imprese per l’Alimentazione e la Cura degli Animali da Compagnia e Zoomark International con il contributo di Centro Studio Sintesi, di Iri Information Resources e dell’Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani (Anmvi).
Continua a crescere il mercato italiano dell’alimentazione per cani e gatti. Nel 2017, ha sviluppato un giro d’affari di 2.051 milioni di euro con un tasso di crescita rispetto allo scorso anno del +3,8 per cento, superiore a quello del Largo Consumo Confezionato (+2,3% nel 2017). In crescita del 2,4 per cento anche i volumi, per un totale di 573.940 tonnellate commercializzate.
Gli alimenti per gatti, da soli, valgono più di un miliardo, quelli per cani ‘solo’ 969 milioni. Umido, secco, snack & treat hanno registrato una crescita a valore.
Boom del comparto dei “premietti”. Gli amici degli animali amano viziarli, è un dato di fatto, ecco quindi il notevole incremento di snack funzionali e fuoripasto, sia per l’igiene orale, come integratori per il cuore, in sostituzione dell’erba gatta o semplicemente come “merendina”. Vengono registrati separatamente gli alimenti per altri animali da compagnia, che realizzano un fatturato nella grande distribuzione (Gdo) di poco più di 15 milioni di euro (-6,1%), confermando il trend di flessione già registrato lo scorso anno.
Il mercato degli accessori. Si va dai prodotti per l’igiene e gli anti parassitari a giochi, guinzagli, cucce, ciotole, gabbie, voliere, lettiere, acquari, tartarughiere e chi più ne ha più ne metta. Il mercato degli accessori nel 2017 registra una stabilità delle vendite in termini di volumi nella Gdo e una leggera flessione del fatturato del -2 per cento, per un totale di circa 72 milioni di euro. Il segmento dei prodotti per l’igiene animali continua a essere in crescita +15 per cento a valore rispetto al 2016. Le lettiere per gatto, rilevate a parte, nel 2017 registrano un volume d’affari di 68 milioni di euro (+1%).
I canali di vendita. Vince il “grocery”, che canalizza il 55,9 per cento del fatturato complessivo del mercato pet food per cani e gatti (1,14 miliardi) e il 74,4 per cento dei volumi, mentre le “catene petshop” (261 milioni di euro) hanno continuato a crescere a due cifre con dinamiche del +17,8 per cento a valore e +17,1 per cento a volume. I “petshop” tradizionali contano circa 5mila punti vendita e rappresentano il principale canale del trade-non grocery in cui sono distribuiti i prodotti per animali da compagnia in Italia. Coprono solo il 17,3 per cento dei volumi ma generano il 31,3 per cento a valore, con 642 milioni di euro.
“In termini complessivi – afferma Gianmarco Ferrari, presidente di Assalco – il mercato del pet care conferma i trend positivi registrati negli ultimi anni. Un andamento che va di pari passo con la sempre maggiore cura e attenzione che gli Italiani riservano ai propri pets. In particolare, gli acquirenti riconoscono nel pet food industriale la soluzione più pratica e conveniente per nutrire i propri amici animali in modo equilibrato, bilanciato e completo, come raccomandano i veterinari. I prodotti sono sicuri, formulati da nutrizionisti esperti e differenziati in base a età, razza e stile di vita e contribuiscono al benessere degli animali d’affezione”.