Il calo tendenziale è del 17,3%. Il risultato del secondo trimestre del Pil fa registrare il valore più basso dal primo trimestre 1995, periodo di inizio dell’attuale serie storica. Il dato congiunturale è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto in tutti i comparti produttivi, dall’agricoltura, silvicoltura e pesca, all’industria, al complesso dei servizi. La variazione acquisita per il 2020 in Italia è pari a -14,3%.
di Andrea Gagliardi
31 luglio 2020
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Nel secondo trimestre del 2020 si stima che il prodotto interno lordo (Pil), corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, sia diminuito del 12,4% rispetto al trimestre precedente e del 17,3% in termini tendenziali. Si tratta di un periodo che risente particolarmente degli effetti del coronavirus sull’economia nazionale. Dopo il calo nel primo trimestre 2020, il dato odierno sfiora per drammaticità quello registrato dalla Francia nello stesso periodo (-13,8%). Molto peggio fa la Spagna (-18,5%). La variazione acquisita per il 2020 in Italia è pari a -14,3%. Anche se il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ha dichiarato di aspettarsi un «marcato rimbalzo nel terzo trimestre, di quasi il 15% rispetto a quello precedente». E a commento dei dati odierni ha chiosato: «Le stime diffuse oggi dall’Istat sul Pil del secondo trimestre, pur negative a causa dell’inevitabile impatto della pandemia sui diversi settori produttivi, indicano una flessione meno grave di quanto atteso dalla maggior parte delle previsioni (la stima media era di un ribasso superiore al 15%)». Con una postilla: «È un dato che testimonia la solidità degli interventi messi in campo dal Governo e la possibilità per l’Italia di proseguire nel percorso di graduale e costante ripresa».
Confindustria: peggio di attese, pesa su stima 2020
Diverso il giudizio di Confindustria. «Per quanto riguarda il Pil i dati diffusi oggi dall’Istat, che mostrano una variazione acquisita di -14,3% nel primo semestre, sono più negativi delle attese», rileva il Centro Studi di Confindustria. Così «meccanicamente porterebbero a una revisione al ribasso della dinamica annua da noi prevista a metà maggio – dicono gli economisti di via dell’Astronomia – che sarebbe ora vicina al -11%, in linea con le stime della Commissione Europea».
Tra aprile e giugno persi oltre 50 miliardi di euro
Dalla tavole dell’Istat emerge che il valore del Pil nel secondo trimestre del 2020 risulta essersi ridotto di oltre 50 miliardi nel confronto con il precedente trimestre. Tra aprile e giugno si sono infatti persi, in termini congiunturali, precisamente 50 miliardi e 289 milioni di euro. La caduta registrata tra aprile e giugno risente delle misure restrittive prese per contenere gli effetti dell’emergenza sanitaria causata dal coronavirus. In termini congiunturali si tratta del terzo ribasso consecutivo, si conferma quindi la recessione. Il calo trimestrale del 12,4% segue il -5,4% del trimestre precedente, già impattato dalla crisi dovuta alla pandemia. La contrazione tendenziale del 17,3% invece viene dopo la flessione annua del 5,5%.
Istat: calo senza precedenti
«Dopo la forte riduzione registrata nel primo trimestre (-5,4%), l’economia italiana nel secondo trimestre 2020 ha subito una contrazione senza precedenti (-12,4%) per il pieno dispiegarsi degli effetti economici dell’emergenza sanitaria e delle misure di contenimento adottate» scrive l’Istat nel commento ufficiale alle stime preliminari del Prodotto interno lordo. «Con il risultato del secondo trimestre il Pil fa registrare il valore più basso dal primo trimestre 1995, periodo di inizio dell’attuale serie storica», sottolinea l’Istituto. Si tratta quindi di un record negativo, un minimo storico. «La caduta del Pil si colloca all’interno di un contesto internazionale dove le principali economie registrano riduzioni di analoga portata a causa del diffondersi della pandemia» conclude l’Istat.