(ANSA) – ROMA, 26 NOV – Una strada per le piccole imprese
per affrontare la crisi del Covid grazie ai dati e
all’intelligenza artificiale. È quella indicata dal
venticinquenne Michele Grazioli con la start-up VedrAI. Aveva
dodici anni quando Michele ha sviluppato i primi algoritmi per
aiutare il padre, piccolo imprenditore edile della provincia di
Cremona, ad affrontare la crisi del 2007.
“Ero alto un metro e venticinque, pesavo 20 chili, volevo
dare una mano ma non è che in cantiere potessi essere un granché
utile, così mi sono messo a scrivere software”, racconta. Ora,
a 25 anni, dopo aver lavorato con grandi imprese in Europa e nel
mondo ed essere stato inserito dalla rivista Forbes tra i cinque
giovani innovatori più influenti in Italia, mira a portare
l’intelligenza artificiale agli imprenditori “vecchio stampo”.
“La piccola impresa è il mondo dal quale provengo e che mi
piacerebbe valorizzare con le opportunità tecnologiche che
abbiamo adesso”, dice Michele.
“Quello che questi strumenti sanno fare molto bene è mettere in
relazione quello che avviene all’interno dell’azienda e quello
che avviene fuori per fare delle previsioni e aiutare a prendere
delle decisioni”, spiega, anche in un contesto di rottura come
quello del Covid.
Per accelerare la trasformazione tecnologica delle imprese,
la pandemia, pur nella drammaticità della situazione, ha diffuso
la cultura del dato, secondo lo startupper, dimostrando a tutti
l’importanza di avere dati affidabili e disponibili per fare le
previsioni. “Altrimenti – spiega – non ho il controllo della mia
azienda”. (ANSA).
Fonte Ansa.it