Il ministro dell’Economia è intervenuto in audizione in Commissione Finanze della Camera nell’ambito dell’esame del disegno di legge di conversione del decreto legge 142 del 2019, con misure urgenti per il sostegno al sistema creditizio del Mezzogiorno e per la realizzazione di una banca di investimento
Popolare di Bari: un piano da 900 milioni per il salvataggio
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«La crisi della Popolare di Bari ha messo in evidenza la necessità di effettuare interventi a carattere strutturale», ha sottolineato il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, intervenuto in audizione in Commissione Finanze della Camera nell’ambito dell’esame del disegno di legge di conversione del decreto legge 142 del 2019, recante misure urgenti per il sostegno al sistema creditizio del Mezzogiorno e per la realizzazione di una banca di investimento.
Il decreto legge sulla Popolare di Bari, ha messo in evidenza Gualtieri, «pone le premesse per scongiurare scenari di grave nocumento per il sistema produttivo e finanziario e, invece, rappresenta un’opportunità importante per il rilancio del Mezzogiorno».
Ristrutturazione entro metà anno
La ristrutturazione della Banca Popolare di Bari, ha ricordato Gualtieri, è prevista «entro la metà dell’anno». Il ministro ha spiegato che il progetto parte dalla trasformazione della banca in società per azioni con «la copertura delle perdite che emergeranno». Poi ci sarà la ricapitalizzazione della banca da parte di Mcc, del Fitd e di investitori privati che potranno «auspicabilmente essere individuati». Nel complesso, il responsabile dell’Economia ha parlato di «netto miglioramento stato di salute delle banche italiane».
Probabile no da Ue sulle Dta, si cercano altre soluzioni
L’intercoluzione con l’Ue per il via libera alla trasformazione delle Dta presenta «tempi incompatibili con le esigenze» della Popolare di Bari, ha continuato il ministro, e «condurrebbe presumibilmente a una posizione di diniego». Ma gli «uffici del Mef – ha assicurato – stanno valutando, anche con i servizi della Commissione la percorribilità di altre soluzione normative che siano in grado di valorizzare le Dta (le imposte differite attive, ndr) in maniera compatibile» con le norme sugli aiuti di Stato. In tutti i casi, ha tuttavia fatto rilevare, tali misure «da sole non possono essere risolutive». In particolare, a determinare il diniego di Bruxelles potrebbe essere l’utilizzo come attivo dei crediti fiscali della Popolare di Bari, oggetto di un dialogo con la commissione europea nell’ambito del salvataggio.
«Banche agiscano preventivamente»
«I recenti accadimenti – ha continuato il ministro nell’intervento – confermano ancora volta che il nuovo regime europeo per la gestione delle crisi bancarie segna uno spartiacque. Lo spazio per le misure di intervento pubblico si è progressivamente ridotto. È quanto mai opportuna una attitudine proattiva del sistema bancario nell’affrontare le crisi».