L’Associazione Bancaria Italiana ha pubblicato ulteriori chiarimenti per l’accesso ai nuovi strumenti previsti dal decreto liquidità. Ecco le domande più frequenti sul Fondo di garanzia e sulla nuova garanzia targata Sace
di Celestina Dominelli
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La macchina dei prestiti garantiti dallo Stato per le imprese è partita nei giorni scorsi con il doppio canale rappresentato dal Fondo di garanzia per le Pmi gestito dal Mediocredito Centrale e dalla Sace con la nuova “garanzia Italia”. Ma i nodi tra potenziali beneficiari delle nuove misure previste dal decreto liquidità approvato dal Governo restano tanti. Ecco perché l’Abi (l’Associazione bancaria Italiana) ha pubblicato ulteriori chiarimenti riassumendo in un unico documento, che tiene anche conto del lavoro fatto dalla Sace e disponibile sul sito web della società (www.sacesimest.it), le domande più frequenti sull’accesso ai finanziamenti garantiti. Ecco i dubbi più ricorrenti.
1- Le pmi possono accedere alla garanzia Sace?
Secondo quanto prevede il decreto liquidità, le piccole e medie imprese, alle quali sono destinati 30 miliardi di euro di garanzia, possono fare richiesta di accesso alla garanzia Sace soltanto dopo aver esaurito il proprio plafond presso il Fondo di garanzia. Per le imprese di minori dimensioni, poi, è prevista una procedura semplificata che riguarda le aziende con meno di 5mila dipendenti e con un fatturato inferiore a 1,5 miliardi di euro e per tutti i prestiti fino a 375 milioni di euro. In questo caso, i tempi di rilascio della garanzia sono più rapidi: entro 48 ore dalla richiesta della banca secondo le indicazioni fornite dalla stessa Sace.
2 – Quale procedura devono seguire le grandi imprese?
Per le imprese di maggiori dimensioni, come stabilito dal Dl, il rilascio della copertura pubblica è deciso con decreto del ministero dell’Economia, sentito il ministero dello Sviluppo economico, sulla base dell’istruttoria Sace. La garanzia viene rilasciata tenendo in considerazione il ruolo che l’impresa beneficiaria svolge in Italia rispetto a una serie di profili che vanno dal contributo allo sviluppo tecnologico all’incidenza su infrastrutture strategiche, fino all’impatto sui livelli occupazionali e del mercato del lavoro. Per il rilascio della garanzia è prevista una commissione di importo diversa a seconda che il beneficiario sia o meno una Pmi (compresi autonomi o liberi professionisti), comunque non superiore ai 200 punti base. Le commissioni applicate dalle banche si limitano a coprire i costi dell’istruttoria e sono in linea con quanto previsto dal Temporary Framework della Ue sugli aiuti di Stato. I costi applicati al finanziamento devono essere inferiori a quelli che la banca avrebbe applicato in assenza della copertura, come documentato e attestato dal rappresentante legale dei soggetti finanziatori.
3 – I nuovi finanziamenti erogati dopo l’entrata in vigore del Dl sono ammessi alla garanzia Italia?
Per consentire al sistema di poter beneficiare della liquidità messa a disposizione con il decreto approvato dal Governo, saranno ammessi anche i nuovi finanziamenti erogati dal sistema bancario dopo l’entrata in vigore del decreto 9 aprile 2020 e prima della presentazione della richiesta a Sace, nella misura in cui essi risultino conformi ai requisiti di legge e del disciplinare.
4 – A cosa serve l’autocertificazione?
Il disciplinare, nato dal lavoro della task force tra Sace e Abi, fa ricorso allo strumento dell’autocertificazione, prevedendo che l’impresa beneficiaria richiedente il finanziamento si assuma la responsabilità – civile e penale – di dichiarare il rispetto di una serie di vincoli e condizioni previsti nella norma primaria, tra i quali l’assenza di difficoltà finanziarie antecedenti all’epidemia da Covid-19, la finalità del finanziamento, l’impegno a non distribuire dividendi nel corso del 2020 e di procedere alla gestione delle tematiche del personale attraverso accordi sindacali.