Il conto alla rovescia verso l’8 luglio, quando l’Ecofin si riunirà per decidere se avviare nei confronti dell’Italia una procedura per disavanzo eccessivo causato dal mancato rispetto della regola del debito, è iniziato. La procedura per disavanzi eccessivi è prevista dall’articolo 126 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea. Non è la prima volta che l’Italia è in prima fila.
Il precedente del giugno 2005
Nel giugno del 2005, governo Berlusconi III, la Commissione europea apre una procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia per lo sforamento eccessivo del rapporto debito/pil. «Oggi la commissione europea – si legge in un comunicato dell’esecutivo di Bruxelles pubblicato quel giorno – ha adottato una relazione in applicazione dell’articolo 104, paragrafo 3 del Trattato Ue, nella quale constata che il disavanzo di bilancio dell’Italia ha superato, seppur lievemente, la soglia del 3% del Pil nel 2003 e nel 2004 e, secondo le previsioni, si manterrà al di sopra di tale livello anche nel 2005 e successivamente, nell’ipotesi di politiche invariate». Ne uscirà dopo tre anni, quando il Consiglio Ecofin, riunito a Lussemburgo il 3 giugno del 2008, seguirà la raccomandazione della Commissione europea e deciderà di chiudere la procedura. «Il disavanzo eccessivo dell’Italia è stato corretto – si legge in una nota pubblicata al termine dell’incontro – e la procedura deve essere quindi abrogata».
La procedura nel periodo 2009-2013
Il 2 dicembre del 2009, governo Berlusconi IV, sulla scorta di una raccomandazione della Commissione, il Consiglio dell’Unione europea adotta la decisione 2010/286/UE che dichiara l’esistenza di un disavanzo eccessivo in Italia e che decreta l’avvio di una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia. Contestualmente, sempre sulla scorta di una raccomandazione della Commissione, il Consiglio indirizza all’Italia una raccomandazione al fine di porre fine al disavanzo eccessivo entro il 2012. Dopo un picco del 5,5% del Pil nel 2009, il disavanzo pubblico del paese viene progressivamente ridotto fino ad arrivare al 3% del Pil nel 2012, cioè entro il termine fissato dal Consiglio al momento dell’apertura della procedura. Il 29 maggio del 2013 la Commissione raccomanda che il Consiglio abroghi la procedura. Cosa che avviene c on la decisione 2013/314/UE del 21 giugno del Consiglio.
Novembre 2018: governo giallo verde
Il caso più recente coinvolge l’esecutivo M5S-Lega. Il 21 novembre 2018, nell’ambito del pacchetto di autunno che decreta l’avvio del semestre europeo, la Commissione indica che la dinamica del debito pubblico italiano in rapporto al Pil, prospettata nella versione rivista del Documento programmatico di bilancio per il 2019, non rispetta la regola del debito, e ritiene che ciò giustifiche l’avvio di una procedura per disavanzo eccessivo.
Dopo una trattativa con le istituzioni europee, l’esecutivo Conte apporta sostanziali modifiche alla legge di bilancio 2019. Con una lettera del dicembre 2018, la Commissione europea prende atto dell’esito del negoziato con il governo italiano e delle modifiche apportate al disegno di legge di bilancio del 2019, con particolare riferimento agli accantonamenti di specifici stanziamenti a salvaguardia dei saldi di finanza pubblica. La Commissione conclude che non sussistono più le condizioni per aprire la procedura per disavanzo eccessivo a carico dell’Italia.
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