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Recovery: arriva il nuovo testo in Parlamento, indica le tappe

Gli investimenti del Piano di ripresa e resilienza nazionale per accedere al Next Generation Eu raggiungono i 46,3 miliardi per la digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura; 69,8 miliardi per “rivoluzione verde e transizione ecologica”; 31,98 miliardi per le infrastrutture per la mobilità sostenibile; 28,49 miliardi per il sistema educativo e ricerca; 27,62 miliardi per inclusione e coesione sociale; 19,72 miliardi per il sistema sanitario.
    Il ministero dell’Economia ha inviato in Parlamento un testo ‘aggiornato’ del piano Recovery, con sei schede tecniche di approfondimento che l’ANSA ha potuto visionare. Si tratterebbe dell’ultima versione, in inglese, che non modifica gli importi indicati in gennaio, importi che affiancano agli investimenti per le riforme della pa e della giustizia, incentrata sul digitale per una velocizzazione del processo civile. Ma la bozza di oltre 400 pagine riporta le ‘milestones’ temporali – richieste dalla Ue – entro cui realizzare obiettivi e riforme, sebbene alcuni capitoli siano ancora indicati come ‘work in progress’.  

Un “piano nazionale per le nuove competenze” e un “programma nazionale per garantire l’impiegabilità” entro dicembre 2021 per rafforzare le politiche attive del lavoro incentrate su skill digitali e lavoro “vocazionale”. Lo sviluppo di un’infrastruttura digitale “per fornire servizi cloud alla pubblica amministrazione” entro il secondo trimestre 2022. La selezione di progetti e start up per la digitalizzazione e gli investimenti nei microprocessori entro il 2023. Sono alcune delle ‘milestones’, i passaggi nodali del cronoprogramma del Recovery and resilience plan italiano, nella nuova versione trasmessa al Parlamento che l’ANSA ha potuto leggere. Nel documento si indica una tabella di marcia dettagliata per la realizzazione di ogni singoli progetto. Dalla realizzazione degli impianti offshore per le energie rinnovabili e lo “sviluppo di una catena di produzione italiana di tecnologie per la produzione di energie rinnovabili” alla creazione di una rete di distribuzione dell’energia elettrica più “smart” e più solida.
   

Fonte Ansa.it

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