Non chiamiamola ‘quota 100’ se questo rischia di scatenare la polemica politica. Ma per il presidente della Camera di commercio di Bologna, Valerio Veronesi, i fondi del Recovery plan-Nex Generation Ue dovrebbero essere spesi per favorire il ricambio generazionale. “Mi piace che si faccia riferimento ai giovani. Purtroppo il riferimento è solo nel nome perché alla fine di 200 miliardi, ce ne sono solo tre per I giovani. Non potremmo essere competitivi se non facciamo entrare i ragazzi”, ammonisce Veronesi nell’intervista concessa oggi all’agenzia ‘Dire’. “Sento parlare di dismettere quota 100. Io non mi permetto di entrare in discorsi politici. Dico solo che se vogliamo agganciare la ripresa è meglio avere 25enni che 60enni.
Per cui se abbiamo soldi da mettere da qualche parte, mettiamoli in un patto generazionale che garantisca a chi decide di lasciare il lavoro prima di lasciare un impiego per il figlio o per il nipote”, propone Veronesi. “Ma facciamolo in fretta, perché la velocità alla quale arriverà il cambiamento sarà tale che la stragrande maggioranza dei 55-60enni non sarà in grado di affrontare questa transizione”, avverte. “Inseriamo nelle aziende energie fresche e automaticamente diamo sollievo a quelli che che a 55-60 anni preferiscono andare in vacanza. Ecco, mandiamoli in vacanza”, sbotta Veronesi, che dunque, indica un obiettivo per l’utilizzo dei fondi europei. “Mi auguro che buona parte di questo denaro possa andare a coprire ‘quota 100’ che dovrebbe diventare un patto generazionale”, insiste. Basteranno i fondi Ue a rilanciare le sorti dell’economia bolognese? “Se non sono sufficienti, dopo ci rimane solo Madonna di San Luca”, allarga le braccia.
Agenzia Dire