Nel governo non c’è ancora l’intesa sulle norme a sostegno delle aziende, con ricapitalizzazioni con risorse pubbliche e stanziamenti a fondo perduto. Il premier avrebbe rinviato la decisione a dopo l’incontro con sindacati e imprese. Resta acceso il confronto sul reddito di emergenza
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È ancora braccio di ferro nel governo sul Reddito di emergenza e manca la quadra sulle norme per il sostegno alle imprese. Mentre su altre misure, dai trasferimenti a fondo perduto alle imprese allo sblocco dei circa 12 miliardi di debiti della Pa, l’esecutivo sembra aver trovato una quadra . È quanto emerso dopo la riunione della scorsa notte del premier Giuseppe Conte e del ministro Roberto Gualtieri con i capi delegazione e i rappresentanti dei partiti di maggioranza sul decreto di maggio. Un nuovo vertice di governo è in programma dopo il confronto con le parti
sociali. Il premier Giuseppe Conte incontrerà alle ore 18 del 5 maggio
i sindacati e nella mattinata del 6 maggio i rappresentanti del mondo imprenditoriale per un confronto sulle misure economiche del nuovo decreto. Il Cdm che varerà il provvedimento da 55 miliardi è atteso non prima di mercoledì 6 maggio.
Manca intesa su reddito cittadinanza e norme per imprese
Nel governo non c’è ancora l’intesa anche sulle norme a sostegno delle aziende, con ricapitalizzazioni con risorse pubbliche e stanziamenti a fondo perduto. Il premier avrebbe rinviato il momento per fare una sintesi e prendere una decisione a dopo l’incontro con sindacati e imprese. Sul Reddito di emergenza il confronto continua intanto a essere molto acceso. Pd e Iv dicono di no all’attuale formulazione della norma voluta dal M5s per il sostegno ai redditi più bassi «a decorrere da maggio 2020» per alcuni mesi: la richiesta degli alleati è, invece, introdurre un sostegno una tantum e non strutturale.
Bonetti: risorse insufficienti per famiglie
A ciò si aggiunge la protesta della ministra per le Pari Opportunità e la
Famiglia Elena Bonetti per la quale le risorse che saranno stanziate
dal prossimo decreto sono «del tutto insufficienti per rispondere alle reali esigenze delle famiglie». «La mia richiesta non è stata accolta – ha aggiunto non sono stati stanziati sufficienti soldi».
Il pacchetto lavoro
Sul fronte lavoro, è in rampa di lancio la prima, vera, “scalfittura” del decreto dignità, con il probabile stop alle causali sui rinnovi dei contratti a termine, misura su cui è in pressing il Pd. Le causali resterebbero necessarie per la stipula dei nuovi rapporti a tempo determinato. Nel decreto maggio ci sarà anche il rifinanziamento della cassa integrazione, che si allunga di altre 9 settimane. Naspi e Dis-coll (disoccupazione per i collaboratori) guadagneranno due mesi in più, a vantaggio dei lavoratori con il sussidio in scadenza. Nel “pacchetto lavoro” da segnalare la proroga allo stop ai licenziamenti per altri tre mesi e l’indennità ai lavoratori autonomi: ad aprile, altri 600 euro in automatico, a maggio si dovrebbe salire a mille, ma solo per alcune categorie di professionisti e con dei paletti.
Affitti e bollette
Salvo cambiamenti delle ultime ore, dovrebbe entrare nel decreto legge un intervento di 1,7 miliardi per un credito di imposta al 100% sugli affitti commerciali, per tre mensilità, in base al calo di fatturato. Gli esercizi commerciali dovrebbero inoltre beneficiare dell’eliminazione della Tosap (la tassa per l’occupazione del suolo pubblico, ndr) in relazione ai maggiori spazi esterni occupati per rispettare le misure di distanziamento sociale.
Per quanto riguarda invece le bollette elettriche, si va verso un abbattimento del 75% degli oneri generali di sistema per utenze non domestiche con contatore di potenza superiore a 3 kilowatt: la misura vale 200 milioni al mese per un totale di tre mesi. Nel nuovo decreto è atteso anche un pacchetto da 500 milioni per il supporto alle startup e Pmi innovative.