Non si butta via niente: in Italia il riuso creativo diventa una micro-economia in grado di salvaguardare la produzione stessa dei rifiuti, fa risparmiare in tempo di crisi e dà soddisfazioni personali. In pole position la Sicilia, ultimo il Veneto
Milano – Il mondo del bricolage diventa protagonista di una nuova coscienza sociale: gli italiani si affidano alle proprie capacità creative per realizzare un oggetto “su misura”, allontanandosi dal prodotto industriale “fatto e finito” e riprendendo la consapevolezza di poter fare da sé. L’indagine di ManoMano, il più grande e-commerce di bricolage e DIY (do it yourself), in Europa, dimostra che l’Italia sta sviluppando una nuova sensibilità nei confronti dei propri beni materiali. Il 92,2 per cento degli intervistati preferisce riparare da sé i piccoli guasti casalinghi: dal montaggio dei mobili (87,7%), alle attività di giardinaggio (73,6%) fino ad alcune operazioni di restauro (58,9%).
Insomma, gli italiani dimostrano di affidarsi sempre meno ad aiuti esterni, con la volontà di risparmiare su spese ormai considerate “futili”.
Così come in Europa si registra una maggior propensione al Diy applicato al riciclo, anche in Italia il bricolage diventa l’arte che non solo permette di risparmiare in tempi di crisi, ma riesce altresì ad accrescere il benessere individuale grazie alla creazione di nuovi oggetti e al riuso di oggetti dimenticati o di scarto.
Una nuova coscienza ecologica. Il sondaggio di ManoMano dimostra che il riciclo degli oggetti avanza velocemente in una società colpita dalla crisi economica ma integra di una nuova coscienza ecologica: gli italiani tendono oggi ad adottare la filosofia del “non si butta via niente”, instaurando un nuovo rapporto con gli oggetti e caricandoli di un valore affettivo aggiunto. Dallo studio è emerso che il 33,3 per cento degli italiani ricicla fino a 5 oggetti durante l’anno, il 37,3 per cento ricicla dai 5 ai 10 oggetti l’anno e il del 29,3 per cento degli appassionati ne ricicla più di 10.
Sud batte Nord, Sicilia in pole position. Secondo i dati di ManoMano, l’area in cui si registra una maggior propensione al riuso degli oggetti è il sud Italia con l’87 per cento degli appassionati che usa il bricolage come strumento per riciclare oggetti. A distinguersi è la Sicilia, col 98,7 per cento degli intervistati che dichiara di fare molta attenzione al possibile riutilizzo degli oggetti, mentre fanalino di coda è il Veneto dove comunque il 78,9 per cento degli appassionati applica il bricolage al riciclo creativo. I materiali più gettonati per la creazione di nuovi oggetti e per il riuso di quelli di scarto sono tra i più tradizionali: la lavorazione del legno è la tecnica più utilizzata, il 31,1 per cento degli italiani utilizza carta e plastica, il 17,9 per cento degli intervistati si dedica alla modellistica, l’8,7 per cento al decoupage e solo il 2,6 per cento alla ceramica.
Parola d’ordine, riciclare. I benefici di questa nuova tendenza si riflettono anche sull’ambiente: nel momento in cui il riciclo permette di ridurre la quantità degli oggetti in circolazione, si viene a creare una micro-economia in grado di salvaguardare la produzione stessa dei rifiuti. Pensando su larga scala, questo modello di micro-economia circolare porterebbe – idealmente – a una serie infinita di oggetti in continua trasformazione che non finiranno mai in discarica, garantendo vantaggi economici, ambientali e sociali.
Quanto costa riciclare. Le spese di chi ama creare oggetti e progetti con le proprie mani superano i 500 € annuali per più del 30per cento degli italiani, e arrivano fino a 150 euro annui per il 25,6 per cento degli intervistati.
L’idea vincente. ManoMano oggi è il primo e-commerce dedicato al fai da te e al giardinaggio in Europa. Ha chiuso il 2017 con un volume d’affari di 250 milioni di euro e 230 collaboratori in continua crescita, che dalla sede parigina gestiscono le operazioni internazionali in Italia, Spagna, Belgio, Regno Unito e Germania. “Il desiderio di ri-creare o riparare un oggetto con le proprie mani soddisfa due esigenze fondamentali dell’uomo – dichiara Philippe de Chanville, co-fondatore di ManoMano – da una parte il bisogno di fare da sé piuttosto che delegare agli altri, la possibilità di tirar fuori la propria creatività e dimostrare la propria indipendenza in una società sempre più propensa a inglobare l’individuo, dall’altra la necessità di sviluppare ulteriormente la propria creatività nel riuso di un oggetto dimenticato, conferendogli un valore aggiunto grazie all’investimento di tempo e fatica che accresce la sua preziosità”.