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Salario minimo, Di Maio: «Chi frena pugnala lavoratori». Durigon chiede costi invariati per le Pmi

LA MISURA PROPOSTA DA M5S

Il leader politico pentastellato annuncia novità nei prossimi giorni. L’approdo in aula al Senato del Ddl Catalfo sull’introduzione del salario minimo in Italia è stato calendarizzato per il 23 luglio, a condizione che nel frattempo il testo del M5s sia stato approvato dalla commissione Lavoro, dove è in standby da mesi

21 luglio 2019


L’approdo in aula al Senato del Ddl Catalfo sull’introduzione del salario minimo in Italia è calendarizzato per il 23 luglio, a condizione che nel frattempo il testo del M5s sia stato approvato dalla commissione Lavoro, dove è in standby da mesi (foto Ansa)

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M5S preme sul salario minimo da nove euro lordi l’ora e la Lega indica un paletto: la misura deve essere a costi invariati per le Pmi. Il leader politico pentastellato Luigi Di Maio avverte che chi frena su questo dossier, «pugnala i lavoratori». A stretto giro il sottosegretario al Lavoro, il leghista Claudio Durigon, chiarisce: ok al salario minimo, ma a costi invariati per le Pmi.

Il 23 il Ddl dovrebbe approdare in aula al Senato
L’approdo in aula al Senato del Ddl Catalfo sull’introduzione del salario minimo in Italia è stato calendarizzato per il 23 luglio, a condizione che nel frattempo il testo del M5s sia stato approvato dalla commissione Lavoro, dove è in standby da mesi. Va sciolto prima un nodo politico, perchè la proposta grillina contro cui sono schierate tutte le parti sociali, è frenata anche dalla Lega, preoccupata per le ripercussioni negative che avrebbe sul mondo produttivo, in termini di aumento del costo del lavoro.

Il pressing di Di Maio: «Legge subito»
Il tema esce fuori già nelle prime ore della mattinata. «Adesso dobbiamo dare dignità alle retribuzioni, dobbiamo accelerare l’iter della proposta sul salario minimo orario perché tutti dicono a chiacchiere di essere a favore del lavoro, ma in realtà chi approva questa legge sarà colui che avrà tutelato i diritti dei lavoratori. Chi invece, in questo momento, lo sta rallentando, sta dando una pugnalata a quei lavoratori». Sono parole pronunciate da Di Maio in un video pubblicato su Facebook in cui rilancia la proposta di legge sul salario minimo orario, annunciando novità nei prossimi giorni.

Durigon: ok, ma costi invariati per le Pmi
Il leghista Durigon interviene e in una nota mette in evidenza un aspetto: «Lavoratori e aziende devono andare di pari passo, non possiamo permetterci altri stati di crisi che fino a oggi sono stati gestiti passivamente con la reintroduzione degli ammortizzatori sociali. È necessario – osserva ancora il leghsita – per creare lavoro dignitoso, dare sostegno alle piccole e medie imprese, incentivandole e non creando nuovi costi. Pronti con il salario minimo a costi perlomeno invariati per le pmi».

Durigon ricorda inoltre che «il salario minimo fa parte del programma della Lega delle elezioni del marzo 2018, abbiamo condiviso con il M5S di inserirlo nel contratto di Governo per dare risposte ai lavoratori e alle aziende». E continua: «Nel nostro Paese c’è una forte contrattazione collettiva e, nonostante questo, il fenomeno dei contratti che fanno dumping è ancora palesemente evidente. Siamo convinti che è necessario fissare dei limiti di paga di inserimento al lavoro, così quanto è necessario legiferare sulla rappresentanza sindacale e datoriale che «permetterebbe di mettere fine, una volta per tutte, al dumping contrattuale – si legge ancora nella nota -. Non esistono tipendi orari a 2 o 3 euro imposti dalla contrattazione collettiva. Sono molti i lavoratori che debbono essere tutelati ad avere una busta paga dignitosa e su questo è necessario non solo un intervento normativo, ma anche di sostegno e copertura per l’aziende, che a oggi si ritrovano con costo del lavoro altissimo e rischierebbero degli stati di crisi per un ulteriore aumento del salario».

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