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Sblocca cantieri, sì della Camera alla fiducia

Il decreto sblocca cantieri incassa la fiducia posta dal Governo alla Camera con 318 sì. I voti contrari sono stati 236, 3 invece gli astenuti. Le operazioni per il voto erano cominciate prima delle 20 di mercoledì, con le dichiarazioni di voto sulla fiducia posto dal Governo. La prima “chiama” aveva poi preso il via alle 20,20 circa.

La conferenza dei capigruppo di Montecitorio non ha stabilito gli orari delle procedure che portano al voto finale (votazioni degli ordini del giorno, dichiarazioni di voto finale e voto finale) limitandosi a fissare per le 9,30 di giovedì mattina la ripresa dei lavori d’Aula.

Il via libera finale al provvedimento da parte del Parlamento è atteso per giovedì. Anche se, secondo la tabella di marcia, deve necessariamente essere convertito in legge entro lunedì prossimo, 17 giugno, e non viene escluso che a fronte di un eventuale ostruzionismo messo in atto dalle opposizioni il via libera definitivo arrivi a ridosso del fine settimana.

Di profondo e diversificato impatto sono i contenuti del decreto che tra le misure più sensibili alza la soglia per i subappalti, blocca per due anni alcuni passaggi del Codice, ricarica fondi dedicati alle zone terremotate e mira ad agevolare la revoca delle concessioni autostradali. Le novità riguardano innanzitutto proprio l’affidamento del subappalto che non potrà superare il 40% dell’importo complessivo del contratto di lavori. Viene inoltre sospeso fino al 20 dicembre 2020 l’obbligo per i Comuni non capoluogo di fare gare attraverso le stazioni appaltanti, mentre è congelato per due anni il divieto del ricorso all’affidamento congiunto della progettazione e dell’esecuzione dei lavori.

Salta, sempre per un biennio, l’obbligo di scegliere i commissari tra gli esperti iscritti all’Albo istituito presso l’Autorità anticorruzione. Si ritorna inoltre al regolamento attuativo in luogo delle linee guida dell’Autorità. Cambiano gli importi per l’affidamento dei lavori: tra i 40 e i 150mila euro è previsto un affidamento diretto previa consultazione di tre operatori; tra i 150 e i 350mila si
prevede una procedura negoziata con la consultazione di almeno 10 operatori, che diventano 15 fino a un milione. Ma tra le misure inserite nel testo figura anche lo “scudo” per la revoca delle concessioni. La firma dei funzionari pubblici all’eventuale cessazione anticipata di una concessione autostradale passerà attraverso il vaglio della Corte dei conti, in modo da escludere la colpa grave del dirigente. Arrivano i commissari straordinari per il completamento del Mose e per il Gran Sasso. In generale è previsto che per gli interventi infrastrutturali ritenuti prioritari il governo possa nominare uno o più commissari straordinari che potranno agire in deroga alle legge in materia di contratti pubblici. Infine viene istituito un fondo di 160 milioni per finanziare l’installazione di telecamere nelle scuole dell’infanzia statali e paritarie e nelle strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali.

Negli ultimi giorni più di una voce critica si è levata verso alcuni dei suoi contenuti. Secondo l’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb) senza un rafforzamento delle competenze tecniche delle stazioni appaltanti anche il decreto sblocca cantieri rischia infatti di mancare l’obiettivo di rilanciare gli investimenti. A parte la disponibilità di risorse e di un quadro normativo stabile, «vi è ormai un generale consenso» sul fatto che «ai fini del rilancio delle opere pubbliche risulta rilevante anche la capacità tecnica delle amministrazioni, capacità tecnica andata invece scemando negli ultimi anni, anche a seguito del blocco del turn over».

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