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Scostamento bilancio, via libera del Senato con 170 sì

ok anche al piano nazionale riforme

Ok anche alla risoluzione di maggioranza sul piano nazionale di riforme. Tra gli impegni chiesti al governo «l’utilizzo, sulla base dell’interesse generale del Paese e dell’analisi dell’effettivo fabbisogno, degli strumenti già resi disponibili dall’Unione europea per fronteggiare l’emergenza sanitaria e socio economica in atto»

di An.Ga.


3′ di lettura

Via libera del Senato allo scostamento di bilancio da 25 miliardi necessario a varare l’attesa manovra agostana di 25 volta soprattutto a proprogare gli ammortizzatori sociali. I sì sono stati 170, gli astenuti 133 (tutto il centrodestra) e i no 4. Il voto necessitava della maggioranza qualificata (161 voti), ossia la metà più uno dei componenti dell’Aula e non dei presenti come avviene per le votazioni ordinarie. La maggioranza arrivava secondo gli ultimi calcoli sul pallottoliere delle presidenze dei gruppi a 164. Ma ci attendeva anche qualche soccorso in più dal gruppo misto e da qualche senatore sparso sempre di Forza Italia. L’Aula del Senato ha approvato anche la risoluzione presentata dai Capigruppo di maggioranza sul Programma nazionale di riforma 2020. Il voto a favore è arrivato con 169 sì e 137 no.

Maggioranza: valutare uso strumenti Ue già disponibili

Uno degli impegni che la maggioranza chiede al governo nella risoluzione approvata sul Piano nazionale di riforma è quello di «prevedere l’utilizzo, sulla base dell’interesse generale del Paese e dell’analisi dell’effettivo fabbisogno, degli strumenti già resi disponibili dall’Unione europea per fronteggiare l’emergenza sanitaria e socio economica in atto, garantendo un costante rapporto di informazione e condivisione delle scelte con il Parlamento». Un passaggio che contiene un riferimento implicito al Mes. In particolare per la sanità si chiede di «investire ulteriori fondi, potenziando le misure già adottate» per superare, tra l’altro, «le attuali carenze delle Rsa». Il documento reca in calce le firme di tutti i capigruppo dei partiti che sostengono il governo: Andrea Marcucci per il Pd, Loredana De Petris per Leu, Davide Faraone per Italia viva, Julia Unterberger per le Autonomie. E a sorpresa c’è anche quella di Gianluca Perilli, capo dei senatori M5s, che svetta prima fra tutte le altre.

Non solo. Un altro possibile implicito riferimento al Mes sarebbe contenuto nel passaggio in cui si parla di «adottare rapidamente un Piano per la ripresa nazionale coerente con gli obiettivi delineati nel Pnr e con le recenti strategie dell’Ue….. che ponga le basi per l’utilizzo, in una logica di integrazione dei fondi già attivati….. e dei fondi strutturali, di tutte le risorse che saranno messe a disposizione del nostro Paese nei prossimi mesi per gli interventi finalizzati a ridurre l’impatto della crisi su imprese e cittadini, in particolare per le fasce della popolazione che si trovano sotto la soglia di povertà e per le minoranze».

Maggioranza: avanti con sostegni al reddito per autonomi

Tra gli altri impegni chiesti al governo quello di «proseguire l’azione di tutela del lavoro autonomo già intrapresa con i provvedimenti finora emanati attraverso l’erogazione di specifiche indennità, anche prevedendo misure specifiche per il sostegno al reddito in favore dei lavoratori autonomi, liberi professionisti e per particolari categorie di lavoratori non inclusi nelle tutele delle ordinarie integrazioni salariali». Si chiede anche «la riforma degli ammortizzatori sociali, rafforzando e razionalizzando gli strumenti di integrazione al reddito», anche «rafforzando le politiche attive».

 

 

 

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