Il presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli, riassume così un quadro che lui stesso definisce «disastroso»: «Mancano tantissimi docenti, direttori amministrativi, assistenti di segreteria. E i dirigenti sono nella impossibilità materiale di garantire il servizio. Il sistema di reclutamento del personale anacronistico è inadeguato e inefficace in quanto si basa su graduatorie esaurite e su sanatorie che non garantiscono la qualità del servizio, fino all’ultima assurdità delle messe a disposizione. Le conseguenze ricadono sugli studenti per i quali il sistema, paradossalmente, dovrebbe essere pensato». «Per l’Anp – aggiunge – è ora di cambiare. Si dia la possibilità ai dirigenti scolastici di intervenire direttamente nel reclutamento del personale, visto che le dimensioni del sistema sono tali da impedirne un’efficace gestione da parte dell’amministrazione centrale».
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Le prime contromisure
Il compito di fornire una risposta tocca al governo giallorosso. Oltre a pubblicare il bando da 17mila posti del concorso ordinario per infanzia e primaria (che è già stato autorizzato dal Mef) il governo Conte 2 varerà a breve un decreto sulle emergenze scolastiche. Che partirà dal Dl precari approvato “salvo intese” il 9 agosto scorso, quando a viale Trastevere sedeva il leghista Marco Bussetti, per andare oltre. Al suo interno dovrebbe essere disciplinato il doppio concorso per medie e superiori da bandire a inizio 2020: uno straordinario da 24 mila posti riservato ai prof con 3 anni di servizio negli ultimi 8, in una versione molto snella (titoli e colloqui) che consenta di averli in cattedra già a settembre prossimo, e uno ordinario per gli altri 24mila.
Se dipendesse dal sottosegretario Lucia Azzolina (M5S) il menù degli interventi dovrebbe essere più ricco. E più alto. Tale da «assicurare la continuità didattica e la stabilità dei docenti nelle scuole, uniformando le varie situazioni esistenti ed eliminando distonie e differenziazioni». Come? «Una delle prime misure allo studio – spiega – da realizzare nella fase di conversione del decreto scuola, riguarda un meccanismo stabile che consenta, ogni anno, di assicurare ai vincitori senza cattedra, agli idonei, ai soggetti nelle Gae di potere liberamente essere assunti nei posti vacanti e disponibili, in altre regioni, residuati dalle ordinarie immissioni in ruolo, quindi posti completamente vacanti». Nella speranza di realizzare, sempre in sede di conversione, «una piccola rivoluzione che tutte le scuole ci chiedono: la trasformazione delle graduatorie di istituto in graduatorie provinciali, solo ed esclusivamente per le supplenze. Questo consentirà di velocizzare le operazioni di conferimento delle supplenze, garantendo di avere ogni anno subito i docenti nelle classi e di alleggerire il lavoro delle segreterie scolastiche». Un proposito che, se rispettato, sarebbe a una piccola rivoluzione.