Il primo è atteso nelle prossime ore sul tavolo del Consiglio dei ministri, e potrebbe registrare un via libera con la formula “salvo intese”. Il secondo procede lentamente verso il sì in prima lettura della Camera, per poi andare al Senato per il voto definitivo: va convertito entro il 18 luglio
di An.C.
Il primo è atteso nelle prossime ore sul tavolo del Consiglio dei ministri, e potrebbe registrare un via libera con la formula “salvo intese”. Il secondo procede lentamente verso il sì in prima lettura della Camera, per poi andare al Senato per il voto definitivo: va convertito entro il 18 luglio
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Sono due provvedimenti a forte impatto sulla tenuta di un esecutivo che tra qualche giorno, il 17 e 18 luglio, vedrà il presidente del Consiglio Giuseppe Conte recarsi a Bruxelles per trattare nel contesto di un vertice straordinario su Recovery Fund e bilancio Ue 2021-2027, risorse strategiche per rilanciare un’economia travolta dall’emergenza Covid-19.
Il primo, il decreto Rilancio, approvato il 13 maggio dal Consiglio dei ministri, si accinge a effettuare, con una certa lentezza, il primo giro di boa alla Camera per poi ottenere il via libera finale del Senato in tempi stretti (va convertito entro il 18 luglio). Il secondo, il decreto Semplificazioni, battezzata «la madre di tutte le riforme» dal capo del Governo, è atteso sul tavolo del governo nelle prossime ore, per un Consiglio dei ministri che inizierà alle 21 e trenta e un via libera, con ogni probabilità, con la formula “salvo intese”.
Tempi stretti per convertire in legge il decreto Rilancio
Dopo aver registrato molte modifiche nel passaggio in Commissione Bilancio della Camera – dall’estensione del superbonus del 110% per i lavori di riqualificazione energetica e la messa in sicurezza degli edifici alle seconde case all’istituzione di un fondo ad hoc per gli aumenti degli assegni d’invalidità al 100%, agli incentivi fino a 3.500 euro per chi acquista auto euro6 fino al 31 dicembre (solo per citarne alcuni) – il provvedimento è approdato in aula a Montecitorio potrebbe tornare in commissione Bilancio della Camera per problemi di copertura rilevati in almeno un paio di modifiche apportate al testo. Il provvedimento è ora in discussione in Aula a Montecitorio e il rinvio “ex articolo 81 della Costituzione” dovrebbe essere disposto, secondo quanto si apprende, nel tardo pomeriggio di oggi. Secondo quanto si apprende da fonti parlamentari, gli emendamenti sui cui si sono appuntate le perplessità riguarderebbero la sospensione dei mutui e il Sud: in tutto sarebbero circa 100 milioni a essere finiti sotto la lente di ingrandimento dei tecnici. Una volta chiariti questi aspetti il Governo porrà la questione di fiducia sull’approvazione del decreto legge. L’obiettivo iniziale, prima che si delineasse l’ipotesi di un ritorno del testo in commissione Bilancio, era di far licenziare dall’Aula di Montecitorio il decreto entro mercoledì in modo da inviarlo al Senato. La tabella di marcia rimane comunque serrata: eventuali slittamenti potrebbero mettere a repentaglio la conversione di questo provvedimento che, con i suoi 55 miliardi di aiuti a famiglie e imprese, costituisce uno dei principali interventi promossi dall’esecutivo in funzione anti-crisi.
Decreto Semplificazioni, verso Cdm
Il decreto Semplificazioni sta invece per approdare, dopo una lunga trattativa che ha coinvolto le forze di maggioranza e ha visto il capo dell’esecutivo cercare una mediazione, sul tavolo del Consiglio dei ministri. La riunione inizierà in serata. Su quel tavolo è atteso anche il Piano nazionale delle riforme. Per quanto riguarda il provvedimento sulle semplificazioni, il braccio di ferro è stato tra M5s e Iv, favorevoli al “modello Genova”, e una parte del Pd e Leu che hanno frenato sull’ipotesi di un allentamento delle regole previste dal Codice degli appalti. Si sta ancora lavorando in queste ore per chiudere l’intesa sul testo finale. Lo affermano diverse fonti parlamentari di maggioranza secondo le quali si sta ancora discutendo sugli appalti e i commissari per le opere, sulle norme che riguardano l’edilizia e sulla valutazione d’impatto ambientale. Fonti qualificate di governo spiegano che comunque si tratta di «limature al testo» in vista del Cdm, già convocato. La maggioranza è chiamata a trovare un’intesa su deroghe alle gare per una certa tipologia di appalti, nuove regole sull’abuso di ufficio, fino alla condivisione delle banche dati. «Non è possibile esitare, questo è il momento del coraggio», ha sottolineato il premier.