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Sigarette fai-da-te, stop alla vendita di filtri e cartine in supermercati e negozi etnici

l’attuazione della manovra 2020

Con il primo provvedimento attuativo della legge di bilancio 2020 la vendita degli accessori per il tabacco trinciato è un’esclusiva dei tabaccai

di Marco Mobili

2 gennaio 2020


Manovra, tassa sul fumo: interventi anche su cartine e filtri per le sigarette

2′ di lettura

Cartine e filtri per le sigarette fai-da-te dal 1° gennaio 2020 possono essere acquistate soltanto nelle tabaccherie. È il primo effetto della nuova imposta di consumo introdotta dalla legge di bilancio (n. 160/2019) sui cosiddetti prodotti accessori del «tabacco trinciato a taglio fino». A ribadire il divieto di vendita di cartine e filtri nei supermercati e nei negozi etnici (soprattutto quelli cinesi) è il primo provvedimento attuativo della legge di bilancio firmato a poche ore dalla fine dell’anno 2019 dal direttore facente funzione delle Dogane, Roberta de Robertis.

Un atto dovuto
L’urgenza di emanare subito il provvedimento attuativo della manovra di bilancio (articolo 1, comma 660, della legge 160/2019) è dettata dal fatto che la stessa legge non prevedendo un periodo transitorio in grado disciplinare la vendita dei prodotti fino al 31 dicembre 2019 fuori dal circuito delle rivendite autorizzate alla commercializzazione dei tabacchi e dei prodotti da fumo. Filtri, cartine e tubetti di cartine fino a tutto 2019 potevano essere acquistati in qualsiasi esercizio commerciale e on line. I prodotti però senza norma transitoria sarebbero di fatto “sfuggiti” alla nuova imposta di consumo, rischiando quindi di “mandare in fumo” il gettito dei primi mesi della nuova imposta su cartine e filtri.

La «determinazione» delle Dogane
Il provvedimento dell’agenzia delle Doganefissa le modalità di commercializzazione di questi prodotti accessori a partire dall’identificazione dei soggetti obbligati, ossia i produttori o fornitori italiani o esteri obbligati al pagamento della nuova imposta di consumo. Vengono definiti i prodotti accessori ai fini dell’assegnazione del codice identificativo del soggetti obbligati. Si tratta di «cartine, cartine arrotolate senza tabacco e i filtri, funzionali al consumo dei trinciati a taglio fino per arrotolare le sigarette».

La possibilità del «reso»
Per uscire dall’empasse sui prodotti ancora in vendita negli scaffali di supermercati e negozi etnici la Dogane introducono la possibilità di restituire al produttore/fornitore filtri e cartine che non sono state assoggettate alla nuova imposta di consumo perché già in commercio prima dell’introduzione dal nuovo balzello. Nell’articolo 4 della determinazione delle Dogane che fissa obblighi contabili e amministrativi viene espressamente previsto che le registrazione dei prodotti accessori «sono effettuate in riferimento a ciascuna denominazione del prodotto» inserita nelle nuove tabelle di commercializzazione «sulla base dei pertinenti documenti di carico della produzione o dai resi da parte dei soggetti diversi» dalla tabaccherie.

Quanto vale la nuova imposta
Il nuovo balzello introdotto dalla manovra di bilancio e che rischia comunque di mettere in ginocchio le imprese italiane che producono cartine e filtri per il mercato del fumo italiano vale per le casse dello Stato 30,6 milioni di euro l’anno. Secondo la relazione tecnica alla legge di bilancio, infatti, ammonterebbe a tanto l’applicazione dell’imposta di 0,0036 euro ai 5 miliardi di cartine e tubetti di cartine, nonché a 3,5 miliardi di filtri consumati in un anno dai fumatori delle bionde fai-da-te .

Fonte

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