Roma – “Il protocollo d’intesa siglato con Banca Progetto è un accordo che sarà decisivo anche per la cantierizzazione dei progetti del Recovery Fund. Abbiamo bisogno di soggetti eteregonei che siano in grado di finanziare le nostre iniziative, garantendoci liquidità e solidità economica. Banca Progetto si è affacciata al mondo dei consorzi di bonifica perché ha creduto nella nostra mission: mettere in piedi un sistema in grado di razionalizzare la risorsa idrica, decisiva per lo sviluppo dell’agricoltura”. Esordisce così Francesco Vincenzi, presidente dell’Anbi, al webinar ‘Investire per un’agricoltura più reddituale, territori più sostenibili e sicuri, per la transizione ecologica’, promosso da Anbi in occasione della sottoscrizione del Protocollo d’intesa siglato con la partnership di Banca Progetto.
“L’intesa- prosegue Vincenzi- si rivolge al territorio nazionale nella sua interezza e ha l’obiettivo di rendere la razionalizzazione dell’acqua centrale in termini di realizzazione della transizione ecologica. La risorsa idrica deve essere gestita fornendo una propsettiva di lungo periodo. Occorre, infatti, investire sulla diffusione dell’idroelettrico, fondamentale per la riduzione del fossile, obiettivo in linea con l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. La transizione non deve essere un onere ma una opportunità da cogliere che può trovare esecuzione soltanto attraverso la progettualità che si raggiunge coinvolgendo più partner capaci di garantire sostenibilita’ finanziaria alle iniziative in cantiere”.
L’esigenza di prevedere una progettualità viene ribadita anche da Massimo Gargano, direttore generale Anbi. “Non abbiamo bisogno di misure assistenziali. Servono politiche attive volte alla realizzazione di progetti che tengano conto delle differenze territoriali. Bisogna, inoltre, proseguire sulla strada della digitalizzazione, l’unica soluzione per poter monitorare adeguatamente i canali irrigui, predisponendo cosi’ un sistema di prevenzione che consentirebbe di ridurre lo spreco di acqua in agricoltura e i disastri ambientali che costano a oggi all’Italia 7,5 miliardi di euro annui”.
Secondo Gargano, inoltre, “bisogna sostenere i consorzi di bonifica del Sud. Se li lasciamo indietro si genererà un effetto di traino negativo per l’intero sistema. Esiste ancora un gap importante tra la fascia settentrionale e quella meridionale in tema di consorzi di bonifica, una forbice che va assolutemente ridotta”.
Per Paolo Fiorentino, ceo di Banca Progetto “il tema della sostenibilità ambientale è ormai centrale anche per gli istituti finanziari e bancari. L’accordo è stato firmato dalla nostra banca in maniera convinta. Si tratta di una sfida ambiziosa in quanto diversi consorzi, specie nel Sud del Paese, hanno una situazione di deficit finanziario importante e per questo non possono essere supportati da enti come il nostro. Tuttavia non abbiamo la pretesa di lavorare soltanto sulle eccellenze. Contribuiremo con i nostri mezzi a fornire consulenza finanziaria ai consorzi in crisi, educandoli all’utilizzo adeguato delle loro risorse. Banca Progetto fornirà liquidità al sistema nazionale dei consorzi, sostenendo così la filiera dell’agricoltura che a oggi si sta polarizzando tra alcune eccellenze e altre aziende che invece stentano a decollare”.
Battistoni:”408 mln dal ministero per il risparmio dell’acqua”
“Lo sviluppo della filiera agricola passa da progetti cantierabili in grado di garantire risposte immediate per vincere la sfida della transizione ecologica. Il ministero collabora da diverso tempo con Anbi, ente presente sull’intero territorio nazionale, e ha previsto negli scorsi mesi 408 milioni di euro da destinare al risparmio e alla razionalizzazione dell’acqua”. Così Francesco Battistoni, sottosegretario al ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali, intervenuto al webinar ‘Investire per un’agricoltura più reddituale, territori più sostenibili e sicuri, per la transizione ecologica’, promosso da Anbi in occasione del Protocollo d’intesa siglato in collaborazione con Banca Progetto.
“L’agricoltura- spiega Battistoni- deve iniziare a pensarsi come filiera, ossia come un settore unico nonostante la sua eterogeneità. Grazie ai consorzi di bonifica a oggi siamo in grado di monitorare costantemente i canali irrigui, riducendo cosi’ lo spreco di acqua. L’Italia deve farsi trovare pronta, perseguendo gli obiettivi europei e per questo occorre continuare a investire, così come sta facendo Anbi, sulla formazione di accordi con soggetti privati cosi’ da rendere possibile l’esecuzione dei progetti in cantiere”.
Nesci: “La riduzione del gap regionale: decisiva per filiera agricola”
“Rendere i consorzi di bonifica del Sud del Paese maggiormente competitivi così da ridurre il gap con le altre regioni italiane è una scelta fondamentale per lo sviluppo omogeneo della filiera agricola”. Questo il monito lanciato da Dalila Nesci, sottosegretario di Stato per il Sud e la coesione territoriale, al webinar ‘Investire per un’agricoltura piu’ reddituale, territori più sostenibili e sicuri, per la transizione ecologica’, organizzato da Anbi in occasione del Protocollo d’intesa sottoscritto con Banca Progetto.
“Si parla di transizione ecologica- sostiene Nesci- ma di fatto esistono, soprattutto nel Mezzoggiorno, ancora consorzi di bonifica che non sono in grado di partecipare a bandi di gare per aggiudicarsi un progetto. Questa lacuna va in disaccordo con il Recovery Fund che, invece, richiede progettualità e cantierizzazione rapida dei lavori. Per invertire questa tendenza è, dunque, necessario investire in maniera strategica sulla Pubblica amministrazione, specie sugli enti locali, che deve essere in grado di definire una progettualità, monitorando il tetto di spesa a disposizione. La realizzazione dei progetti del Recovery Fund dipende dall’efficienza della macchina pubblica”.
Fonte Agenzia Dire