IL RILANCIO DEL PAESE PARTE DAI SERVIZI PUBBLICI ESSENZIALI CON UN PIANO DI PROPOSTE CONCRETE A COSTO ZERO
Un contributo per il rilancio del Paese pari a 60 miliardi di investimenti in 5 anni e un possibile effetto occupazionale di 400mila nuovi posti di lavoro, con un impatto significativo su progetti di economia circolare e Green New Deal. Progetti e finanziamenti sono pronti a partire, a condizione di un drastico abbattimento di tempi e complessità delle procedure, insieme al sostegno alle imprese virtuose che attraversano un momento di difficoltà. Questo in sintesi, il piano proposto da Confservizi – la confederazione dei servizi pubblici locali che associa attraverso Utilitalia e Asstra 600 imprese dei settori acqua, rifiuti, energia e trasporto pubblico – una delle realtà incontrate ieri da Conte nell’ambito del confronto con il mondo delle imprese e dei servizi.
Dei 60 miliardi di investimenti che le imprese possono attivare per servizi sempre più efficienti ed efficaci, che si traducono in una qualità della vita più elevata per i cittadini, 30 miliardi sarebbero indirizzati al settore idrico, 12 ai settori energetici, 8 all’ambiente e 5-8 miliardi ai trasporti pubblici locali. Considerando che già oggi il comparto occupa circa 300mila persone, l’effetto leva di tali investimenti sul lavoro potrebbe essere, incluso l’indotto, di ulteriori 400mila occupati. Si tratta di creare le condizioni di contesto per sbloccare un piano pronto a creare un effetto moltiplicatore sull’economia e sui servizi.
Sei i capitoli del “progetto di rilancio” proposto da Confservizi, che permetterebbero di sbloccare questo ampio pacchetto di investimenti. Stato veloce – semplificazioni di procedimenti e accelerazione di tempistiche per iter autorizzativi e procedure di appalto per tutte le opere strategiche nei SIEG, che permetterebbero di abbattere del 50% i tempi complessivi e quindi di anticipare 15-20 miliardi di investimenti già nei primi 2 anni. Spinta alle aggregazioni – con nuovi incentivi fiscali e un effetto delle aggregazioni innescherebbe l’incremento di quasi il 30% degli investimenti pro capite per abitanti serviti, per un valore di circa 8 miliardi prevalentemente nel settore idrico e dell’ambiente, oltre ad aumentare la competitività, ridurre i costi delle imprese e conseguenti tariffe più basse per i consumatori. Incentivi ad investire – grazie all’estensione della durata delle concessioni, che faciliterebbe la realizzazione di investimenti complessivi per 37 mld euro tra settore idrico, idroelettrico, elettrico e gas. Superamento del service divide tra Nord e Sud – con iniziative normative e di investimento per ridurre il gap infrastrutturale e migliorare la qualità dei servizi nell’idrico, nonché per garantire impianti essenziali e chiusura del ciclo per i rifiuti: oggi l’investimento storico annuo nell’idrico è pari a 400mln, in 5 anni potrebbe arrivare a 7,5mld nell’idrico e a 2,5 mld nel sevizio rifiuti. Mobilità sostenibile – puntare sul trasporto pubblico, che ha pure subito un crollo della domanda nell’emergenza, in chiave di sostenibilità e obiettivi green, aumentando di 500mln l’anno gli investimenti in materiale rotabile previsti dal piano nazionale e ridurre la vita media del parco veicoli da 12 a 7 anni. Supporto a lavoratori e cittadini – con una riforma degli ammortizzatori sociali per i lavoratori esposti a rischi e lavori pesanti (es. igiene urbana e trasporto), oltre a un bonus automatico sulle bollette di tutti i servizi a rete per una platea più estesa di famiglie in difficoltà, attraverso nuove soglie ISEE.
“E’ un messaggio concreto – commenta Andrea Gibelli, Presidente di Confservizi – quello che abbiamo portato al Presidente del Consiglio, illustrando una strategia per gli investimenti a costo zero e con proposte puntuali che, in aggiunta all’impegno mai interrotto durante tutte le fasi dell’epidemia Covid 19 per continuare a erogare ai cittadini i servizi in continuità e sicurezza, sottolinea la nostra volontà di essere parte attiva e propositiva per la ripresa in un momento così difficile. Il rilancio del Paese parte dai nostri servizi pubblici essenziali ed è il momento di creare le condizioni, eliminando i blocchi inutili, per aumentare la capacità delle nostre imprese di realizzare in tempi brevi i molti progetti in investimenti per il territorio, con il valore aggiunto di essere nel solco virtuoso del Green Deal europeo”.