GUARDA IL VIDEO / Contante: controlli su chi versa o preleva oltre 10mila euro in un mese
Il taglio dei costi
Il programma di Governo punta ad “agevolare”, “estendere” e “potenziare” i «pagamenti elettronici obbligatori», intervenendo anche per «ridurre drasticamente i costi di transazione». La frase suona contraddittoria (come si fa ad agevolare un obbligo?), ma lascia intravedere una linea d’azione. Il nuovo Esecutivo è al lavoro per eliminare le commissioni a carico degli esercenti per i pagamenti fino a 5 euro, riducendole drasticamente per i pagamenti fino a 25 euro. Una mossa che dovrebbe rimuovere uno dei principali ostacoli alla diffusione delle pagamenti elettronici. In Italia, in effetti, i Pos non mancano – ce ne sono 3,2 milioni – ma sono poco usati. La media è 1.235 operazioni per terminale all’anno, contro una media Ue di 4.205.
Tre categorie di limiti
In attesa di vedere se e come sarà definito il taglio delle commissioni, le regole attuali si possono dividere in tre grandi categorie.
1. I limiti all’uso o al trasferimento delle banconote. Da quello generale di 3mila euro (valido anche per i cambiavalute) ai mille euro per le pensioni. Mentre gli stipendi già dal 1° luglio dell’anno scorso non possono più essere saldati in contanti.
2. Le norme sulla tracciabilità legate a bonus o adempimenti fiscali. È il caso delle detrazioni sui lavori in casa (che richiedono quasi sempre il bonifico tracciabile) e sulle donazioni alle Onlus (che escludono le erogazioni in contanti). Ma anche dell’obbligo di pagare i carburanti con mezzi tracciabili per poter dedurre il costo e detrarre l’Iva, scattato a luglio dell’anno scorso.