(ANSA) – ROMA, 02 SET – Dal 1995 ad oggi l’Italia nel
complesso “perde 1,4 milioni di giovani”: da poco più di 11
milioni a poco meno di 10 milioni, ma tutta “questa perdita è
dovuta ai giovani meridionali”. Infatti mentre nelle altre
ripartizioni il livello assoluto e anche la quota di giovani
rispetto alla popolazione di qualsiasi età “restano più o meno
costanti”, nel Mezzogiorno si registra “un crollo”: rispetto al
1995, mancano nel Sud “oltre 1,6 milioni di giovani”. E’ quanto
emerge dall’analisi di Confcommercio su economia e occupazione
al Sud.
Dall’analisi emerge anche la riduzione tra il 1995 e il 2020
del peso percentuale della ricchezza prodotta dal Mezzogiorno
sul totale dell’Italia passato da poco più del 24% al 22%,. Il
Pil pro capite è sempre rimasto “intorno alla metà” di quello
del Nord e nel 2020 è risultato pari a 18.200 euro contro 34.300
euro nel Nord-Ovest e 32.900 euro nel Nord-Est. Nello stesso
periodo il Sud ha registrato una crescita dell’occupazione
quattro volte inferiore alla media nazionale (4,1% contro il
16,4%).
Secondo il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli le
risorse del Pnrr destinate al Sud, circa 82 miliardi,
permetteranno di sviluppare e innovare le infrastrutture di
quest’area. “E migliori infrastrutture – ha detto – significano
anche migliore offerta turistica che è la straordinaria risorsa
del meridione”. (ANSA).
Fonte Ansa.it