Misurata per la prima volta la situazione di ogni Paese dell’Unione europea rispetto ai 17 obiettivi di sviluppo sostenibile.
di Nicoletta Cottone
Sviluppo sostenibile: ecco in Europa chi migliora e chi peggiora
2′ di lettura
Misurata per la prima volta la situazione di ogni Paese dell’Unione europea rispetto ai 17 obiettivi di sviluppo sostenibile. Il report “The European Union and the Sustainable Development Goals” è stato presentato dall’Asvis alla Farnesina alla presenza della viceministra degli Affari esteri e della cooperazione internazionale Emanuela Del Re, del segretario generale del ministero Elisabetta Belloni e dei responsabili delle sedi diplomatiche estere in Italia, degli istituti di cultura stranieri, delle agenzie dell’Onu e delle organizzazioni internazionali con sede in Italia.
Del Re: in Italia buone prassi e modelli eccellenti
«L’Italia ha messo a punto buone prassi e modelli eccellenti per il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2020 – ha dichiarato la vice ministra Emanuela Del Re – modelli che possono essere di ispirazione per altri Paesi». L’impegno dell’Italia nella cooperazione allo sviluppo , ad esempio, ha spiegato la vice ministra «è uno strumento fondamentale per progredire nell’Agenda 2030». La vice ministra ha evidenziato come l’Italia sia «da sempre presente in ogni crisi nel mondo, laddove servono gli aiuti umanitari» e ha ricordato che il 47% degli aiuti sono concentrati in
Africa,«ma non dimentichiamo i Balcani, il Medio Oriente, l’Asia e l’Oceania».
Per nove obiettivi la situazione migliora
L’Asvis ha elaborato gli indicatori compositi per misurare la dinamica dell’Unione europea e dei singoli Stati verso gli Obiettivi dell’Agenda 2030. Dai dati emerge che tra il 2010 e il 2017 la situazione migliora per nove obiettivi (salute, educazione, parità di genere, energia, occupazione, città, produzione e consumo, cambiamento climatico ed ecosistema marino), peggiora per due (ecosistemi terrestri e cooperazione internazionale),resta invariata per cinque (povertà, fame, infrastrutture, disuguaglianze, pace e giustizia) . L’Asvis ha anche reso noto che per l’obiettivo 6 (acqua pulita e servizi igienico-sanitari), non è̀ stato possibile creare un indicatore composito per mancanza di dati.
Giovannini: Agenda 2030 al centro delle politiche europee
Il portavoce dell’Asvis Enrico Giovannini ha sottolineato come la «scelta della nuova Commissione europea di mettere l’Agenda 2030 al centro di tutte le politiche è molto importante e avrà notevoli riflessi anche sul modo in cui l’Italia deve disegnare e condurre le sue politiche». Giovannini ha rilevato come «le recenti Comunicazioni sul Green New Deal, sull’organizzazione del Semestre europeo e sul Patto di Stabilità sono costruite intorno all’Agenda 2030 e aprono nuovi scenari. Il nostro Paese deve decidere se sostenere queste innovazioni o avere un atteggiamento conservatore. Non sono cambiamenti indolori, ma l’Italia ha tutto da guadagnare da politiche e fondi europei orientati verso la sostenibilità economica, ambientale e sociale».
Stefanini: obiettivo ridurre le differenze fra Stati
«I risultati medi europei – ha rilevato il presidente dell’Asvis Pierluigi Stefanini – nascondono, per gran parte degli obiettivi, situazioni molto differenziate tra gli Stati membri. Le nuove politiche europee devono cercare di ridurre queste differenze, che minano la fiducia nell’Europa dei cittadini che vivono nei Paesi in fondo alla classifica del benessere».