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Svimez: nel 2019 Pil sotto zero, spettro recessione al Sud

 

Si sta consolidando il «doppio divario»: dell’Italia rispetto all’Unione europea e del Sud rispetto al Centro-Nord

1 agosto 2019


 

 

«Nel progressivo rallentamento dell’economia italiana, si è riaperta la frattura territoriale che arriverà a segnare un andamento opposto tra le aree, facendo ripiombare il Sud nella recessione da cui troppo lentamente era uscito». Così si legge nelle anticipazioni del Rapporto Svimez secondo il quale nel 2019 «l’Italia farà registrare una sostanziale stagnazione, con incremento lievissimo del Pil del +0,1%. Al Centro-Nord dovrebbe crescere poco, di appena lo +0,3%. Nel Mezzogiorno, invece, l’andamento previsto è del -0,3%.

I segnali di rallentamento apparsi in Europa nella prima metà del 2018 «hanno ridotto le prospettive di crescita dell’intera area, tuttavia l’Italia subisce un rallentamento che riallarga la forbice rispetto alla media europea. Siamo l’unico paese, a parte la Grecia, che non ha ancora recuperato i livelli precrisi». Nel Rapporto Svimez si spiega che «se l’Italia rallenta, il Sud subisce una brusca frenata. Si sta consolidando il «doppio divario»: dell’Italia rispetto all’Unione europea e del Sud rispetto al Centro-Nord.

Gli emigrati dal Sud tra il 2002 e il 2017 sono stati oltre 2 milioni, di cui 132.187 nel solo 2017. Di questi ultimi 66.557 sono giovani (50,4%, di cui il 33% laureati). Il saldo migratorio interno, al netto dei rientri, «è negativo per 852 mila unità – prosegue Svimez – Nel 2017 sono andati via 132mila meridionali, con un saldo negativo di circa 70mila unità». La ripresa dei flussi migratori è «la vera emergenza meridionale, che negli ultimi anni si è via via allargata anche al resto del Paese».

Il gap occupazionale del Sud rispetto al Centro-Nord nel 2018 «è stato pari a 2 milioni 918mila persone, al netto delle forze armate». Queste le anticipazioni di Svimez che spiega come la dinamica dell’occupazione al Sud presenti dalla metà del 2018 «una marcata inversione di tendenza, con una divaricazione negli andamenti tra Mezzogiorno e Centro-Nord». Gli occupati al Sud negli ultimi due trimestri del 2018 e nel primo del 2019 «sono calati di 107 mila unità (-1,7%)», nel Centro-Nord, invece, nello stesso periodo, «sono cresciuti di 48 mila unità (+0,3%)».

 

 

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