Sul costo del lavoro piano 5 Stelle da 4 miliardi ma per il Carroccio «sono pochi» Risorse insufficienti anche per Confindustria. Cgil-Cisl-Uil: priorità agli sgravi per i lavoratori
di Giorgio Pogliotti e Gianni Trovati
Con il salario minimo mille euro in più l’anno per 2,9 milioni di lavoratori
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Il primo «workshop» con le parti sociali a Palazzo Chigi si trasforma nell’ennesima molla per le tensioni fra Lega e Cinque Stelle.
Il premier Conte chiarisce subito ai sindacati che un progetto condiviso di riforma fiscale non c’è. L’incontro, sottolinea il presidente del consiglio, serve alla «fase di elaborazione», perché il governo «lavorerà ad agosto, e a settembre ci confronteremo nuovamente» in vista di una «manovra espansiva e condivisa».
In agenda molti titoli, su Irpef, cuneo fiscale, un nuovo piano casa per rilanciare l’edilizia e un «piano green» con la revisione delle agevolazioni “inquinanti” cara ai Cinque Stelle. Ma sul piano dei contenuti il tema messo sul tavolo dal vicepremier Luigi Di Maio si limita a uno scambio: l’introduzione del salario minimo legale compensato da un taglio del cuneo fiscale-contributivo per 4 miliardi per “congelare” l’incremento del costo del lavoro previsto a carico delle aziende, che però secondo le stime Inapp arriverebbe a 6,7 miliardi.
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La proposta viene quindi respinta da imprese e sindacati: «È poco, è poco», fa sapere a stretto giro il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia. Che aggiunge: «Secondo noi il taglio del cuneo va collegato ai grandi contratti di riferimento, si può fare ed eviterebbe il dumping contrattuale oltre a dare un parametro oggettivo di riferimento». E i dubbi degli industriali sono subito rilanciati dalla Lega: «La manovra economica deve essere coraggiosa – spiegano il viceministro all’Economia Massimo Garavaglia e il sottosegretario Massimo Bitonci -, non servono mini interventi».