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Tensione Pd e M5S, taglio al cuneo al bivio tra detrazione fiscale o nuovo bonus

COSTO DEL LAVORO

Dopo che il ministro dell’Economia Gualtieri ha annunciato l’intenzione di convocare le parti sociali venerdì 17 gennaio, la vice ministra dell’Economia Laura Castelli ha messo in evidenza la necessità di trovare prima una linea unitaria su cuneo e riforma Irpef

di Claudio Tucci

14 gennaio 2020


(ANSA )

2′ di lettura

Operazione taglia cuneo prima, e subito dopo, o insieme alla riforma dell’Irpef? E quindi, adesso: detrazione fiscale o mantenimento del bonus 80 euro e poi sua revisione? La dichiarazione, un po’ a sorpresa, della vice ministra dell’Economia, la pentastellata Laura Castelli, che il 13 gennaio si è rivolta al collega di governo del Pd, Roberto Gualtieri sul cuneo e ha messo in evidenza la necessità di trovare prima una linea unitaria su cuneo e riforma Irpef, oltre ai risvolti, e agli equilibri, politici interni alla maggioranza, tocca più da vicino di quanto sembri l’operazione taglia tasse sul lavoro allo studio in queste ore da parte proprio del ministro dell’Economia Dem, e dei suoi tecnici. Nel pomeriggio di oggi, 14 gennaio, Gualtieri incontrerà Castelli.

Il nodo del superamento del bonus Renzi
Il punto, indirettamente, finito sotto i riflettori è lo strumento fiscale da utilizzare per abbattere il cuneo, dopo che la legge di Bilancio ha stanziato 3 miliardi quest’anno, 5 dal 2021, destinati a diventare sei. Il meccanismo allo studio è l’estensione degli 80 euro introdotti dal governo Renzi. Questi 80 euro non sono propriamente uno strumento fiscale, e in questi anni hanno creato non poche distorsioni al sistema, e anche agli stessi beneficiari, in qualche caso chiamati alla restituzione del beneficio preso.

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Ecco perché, nell’attuare il taglio al cuneo, adesso si pensa a trasformare questo bonus in detrazione (da lavoro dipendente). Questa operazione però si sta rivelando non semplicissima. Già tra gli 8.200 euro e gli 11-12, ma anche fino a 15mila euro di reddito, sarebbe impossibile perché scatterebbe l’imposta negativa. Poi c’è il risvolto anche politico: il governo ha annunciato circa 500 euro medi in più nel 2020 in tasca ai lavoratori, circa mille nel 2021. E quindi lo strumento attuativo del taglio al cuneo deve arrivare a queste cifre. In quest’ottica il mantenimento del bonus sarebbe più semplice e di impatto più visibile.

Il link tra detrazioni e riforma Irpef
La vice ministra Castelli, con le sue parole, è entrata diretta sul tema. La trasformazione degli 80 euro in detrazione, cioè in un vero strumento fiscale, gioverebbe soprattutto all’operazione Irpef, con la revisione delle aliquote. Con il mantenimento del bonus l’operazione Irpef sarebbe meno immediata, dovendo poi rimetter mano anche a questo strumento. E sulla revisione Irpef spinge tutto il 5 Stelle, ma anche il premier, Giuseppe Conte, e, seppur con sfumature diverse, i sindacati. All’interno del governo si dovrà quindi trovare una linea condivisa.

Per approfondire:
Lavoro, taglio del cuneo anche oltre i 35mila euro
Investimenti e bonus fiscali, il «tax planning» 2020 delle imprese

Fonte

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